Salute

Covid: nel 2023 potrebbe finire l'emergenza globale (non la malattia)

L'OMS si riunirà a gennaio per discutere come dichiarare la fine della pandemia. Ma il virus della covid non se ne andrà, e pone ancora molte sfide.

Se vi servono ragioni per guardare con fiducia all'anno che verrà, eccone una di rilevanza mondiale: l'emergenza globale per covid potrebbe concludersi nel 2023. In una conferenza stampa tenuta a Ginevra il 14 dicembre Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore generale dell'OMS, ha spiegato che a gennaio l'agenzia si incontrerà per iniziare la discussione dei criteri necessari a dichiarare la fine della pandemia.

Convivenza scomoda. «Speriamo che a un certo punto del prossimo anno saremo in grado di dire che la CoViD-19 non è più un'emergenza di salute globale» ha detto Tedros, aggiungendo che però il coronavirus SARS-CoV-2 è destinato a rimanere tra noi a lungo, e che dovremo imparare a gestirlo insieme agli altri virus respiratori che stanno funestando moltissime persone, come influenza e virus respiratorio sinciziale (VRS).

Tracce persistenti. Questa fase di uscita dell'emergenza sarà caratterizzata da alcune eredità sgradite lasciate dalla covid, come le conseguenze neurologiche della malattia di cui la scienza inizia soltanto ora a capire la portata e come il long covid, la debilitante malattia che segue l'infezione, i cui criteri di diagnosi restano fumosi. Secondo un'analisi appena pubblicata dai CDC statunitensi, il long covid ha cominciato a comparire come causa del decesso sui certificati di morte: negli USA è stata la ragione ufficiale della dipartita di 3.544 persone (ma è una stima per difetto), a riprova della gravità di questa condizione. I costi sanitari, le disabilità e le morti per conseguenze della covid potrebbero risultare ancora più evidenti a emergenza sanitaria conclusa.

Vaccini bene di lusso. Altre sfide con le quali siamo chiamati a confrontarci sono la disuguaglianza nella distribuzione dei vaccini, che contribuirà a mantenere attivo il virus e a permettergli di evolvere (oggi solo una persona su cinque nei Paesi a basso reddito è vaccinata contro il SARS-CoV-2); e la scarsità di laboratori che si occupano di sorveglianza genomica delle varianti di coronavirus e che potrebbero segnalarci la comparsa di una nuova forma del patogeno dopo Omicron.

Troppi morti, ma meno. Almeno però la situazione è in miglioramento, anche rispetto a un anno fa. Nel 2021 a quest'ora Omicron era nel pieno della sua ascesa mondiale e uccideva 50.000 persone ogni settimana. La scorsa settimana sono morte per covid meno di 10.000 persone nel mondo: un numero ancora inaccettabile, ma comunque di molto inferiore.

17 dicembre 2022 Elisabetta Intini
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