Nausea, vomito, perdita di appetito e diarrea possono essere segnali importanti di una possibile infezione da CoViD-19 nei bambini: sintomi persino più affidabili di tosse e perdita dell'olfatto, diversamente da quanto accade negli adulti. Lo afferma uno studio della Queen's University Belfast (Irlanda del Nord) che definisce questi disturbi un sospetto chiave per individuare i casi di covid nei pazienti pediatrici. Secondo gli autori, per identificare i contagi tra i bambini è importante valutare l'interessamento di stomaco e intestino e non solo la salute delle vie respiratorie.
Disagi frequenti. Ancora oggi la lista di sintomi per "possibile covid" nei bambini include febbre, una tosse nuova, secca e persistente e perdita del senso del gusto e dell'olfatto (negli adulti, altri disturbi tipici sono dolori muscolari, affaticamento, disorientamento, dolori al petto e disturbi gastrointestinali). La nuova ricerca condotta tra il 6 aprile e il 3 luglio 2020 ha coinvolto 990 bambini del Regno Unito tra i 2 e i 15 anni di età, figli di operatori sanitari; nessuno dei piccoli era stato ricoverato per CoViD-19, ma tutti sono stati sottoposti a prelievo del sangue per la ricerca di anticorpi che potessero provare un'avvenuta infezione da SARS-CoV-2. Prima di conoscere i risultati degli esami, i ricercatori hanno raccolto dati su eventuali sintomi manifestati dai giovani volontari.
Il 6,9% degli intervistati, equivalente 68 bambini, avevano in effetti sviluppato anticorpi al nuovo coronavirus, anche se solo la metà di essi aveva contratto l'infezione in forma sintomatica. Alcuni sintomi ricorrevano molto spesso e tra questi c'erano proprio i disturbi gastrointestinali. Il 31% dei 68 bambini entrati a contatto con il patogeno aveva avuto febbre, il 18% aveva sofferto di mal di testa e il 19% aveva riportato sintomi a stomaco e intestino, come vomito, crampi e diarrea. Nei bambini senza anticorpi al SARS-CoV-2 queste percentuali scendevano all'11%, 4% e 3% rispettivamente.
Screening più accurato. Secondo Tom Waterfield, primo autore della ricerca, aggiungere i sintomi gastrointestinali alla lista di segnali da tenere d'occhio migliorerebbe le capacità di individuazione dei bambini positivi al virus. Testando i sintomatici con febbre, tosse e perdita dell'olfatto si trova il 76% dei casi, presumendo che il test sia perfettamente accurato; ma se si testassero anche i piccoli che riportano nausea e diarrea si potrebbero identificare il 97% dei contagi. Lo studio dovrebbe inoltre rassicurare i genitori: starnuti e naso che cola sono estremamente comuni nella stagione invernale e questi, in assenza di altri sintomi, non sono considerati segnali allarmanti.