Chiamatelo, se volete, il "fattore Nuova Zelanda": i Paesi guidati da leader donne hanno registrato il 39,9% di morti in meno per covid rispetto alle nazioni governate da uomini. Lo sostiene uno studio dell'Università del Queensland (Australia), che ha valutato in che misura diverse caratteristiche dei singoli Paesi precedenti la pandemia abbiano influito su infezioni e decessi nel primo anno di CoViD-19, tra gennaio e dicembre 2020. La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports.
A caccia di differenze. Gli scienziati australiani hanno analizzato la risposta alla pandemia di 91 Paesi. Anche se molte nazioni hanno adottato approcci simili per contenere la diffusione del virus, ci sono state differenze abissali nel numero di casi e di morti, anche in Paesi simili per condizioni socio-economiche e storia politica, come Australia e Nuova Zelanda. «Benché la popolazione australiana sia solo cinque volte più numerosa di quella della Nuova Zelanda, al 31 dicembre 2020 l'Australia aveva riportato circa 13 volte più infezioni e 36 volte più decessi» spiega Kelvin Tan, autore dello studio.
Uno dei fattori associati a un impatto meno gravoso della covid è stata proprio la presenza di donne ai vertici politici. Forse, ipotizzano i ricercatori, perché «le leader donne tendono ad agire prontamente e in modo deciso e sono più avverse al rischio quando si parla di perdite di vite umane, un fattore essenziale nella prevenzione e negli esiti finali della pandemia».
Fattori protettivi. Altri elementi che sembrano aver mitigato le conseguenze della covid, perché associati a meno decessi, sono stati il livello di cultura e di fiducia nella scienza della popolazione dei singoli Paesi, oltre alla loro eterogeneità religiosa. Un aspetto interessante riguarda il progresso tecnologico: nei Paesi tecnologicamente più avanzati ci sono stati meno decessi ma più contagi segnalati. Da una parte, infatti, migliore tecnologia significa possibilità di tracciamento digitale dei contatti e maggiore facilità nell'individuare i casi; dall'altra, intervenendo più prontamente si riducono i decessi.
Tra le caratteristiche associate a esiti più drammatici della pandemia, ossia a un numero maggiore di decessi, ci sono un rapporto di genere sbilanciato sui maschi (più predisposti a contrarre la covid in forma grave), la densità di popolazione, l'urbanizzazione, la corruzione politica. Queste informazioni evidenziano che, durante una pandemia, gli interventi volti alla prevenzione hanno un maggiore effetto sulla riduzione delle vittime rispetto alle cure. Quanto scoperto sarà importante nella gestione di future emergenze sanitarie.