Se in Europa si spera di scongiurare una nuova ondata di contagi grazie ai vaccini, nella parte più povera del mondo la campagna vaccinale è ai minimi, sia per mancanza di dosi sia per una generale diffidenza. Si trova in questa situazione l'India, 1,4 miliardi di persone, dove meno del 10% della popolazione è completamente vaccinato, e appena il 23% ha ricevuto una dose: dopo una prima ondata nell'estate del 2020, superata relativamente bene grazie alla rapida imposizione di un lockdown, a marzo 2021 il Paese ha vissuto una seconda ondata devastante, complici la totale assenza di restrizioni e le grandi riunioni religiose e sociali, dove si sono raggiunti picchi di oltre 400.000 casi al giorno.
È stato proprio durante l'ondata primaverile di contagi che il virus ha potuto diffondersi liberamente e mutare, dando vita alla ben nota variante indiana (poi denominata Delta per evitare riferimenti geografici), ora prevalente in molte parti del mondo e più resistente agli attuali vaccini.
Ora la vita in India è quasi tornata alla normalità, ma vista la bassa percentuale di vaccinati e l'alta densità abitativa c'è da domandarsi come reagirà il Paese a un'eventuale (e probabile) nuova ondata. In effetti forse meno peggio di ciò che ci si potrebbe aspettare, perché nonostante l'immunità vaccinale sia molto bassa, questa mancanza viene parzialmente compensata da un'immunità naturale acquisita da ben due terzi della popolazione durante la seconda ondata. La protezione è comunque ancora bassa e rimangono totalmente scoperti 400 milioni di persone.
Prepararsi al peggio. Attualmente l'India sta registrando circa 30.000 casi e 450 morti al giorno. Al momento, però, sembra che appena il 2% dei letti di ospedale di Nuova Delhi siano occupati. Tuttavia il Paese si prepara comunque al peggio: per evitare di ripetere il disastro dello scorso marzo, l'India ha già assunto più operatori sanitari, ordinato nuovi concentratori di ossigeno e accumulato medicinali per curare eventuali infezioni collaterali alla covid.
Poco protetti. È probabile che i contagi inizino a risalire prima nei luoghi dove sono in pochi gli abitanti immuni, perché non sono vaccinati o non hanno mai contratto il virus, come gli stati di Assam, Haryana, Maharashtra e Kerala. Proprio in Kerala, dove l'immunità è la più bassa del Paese, si stanno già registrando circa la metà dei casi nazionali. Gli stati con più alti livelli di immunità riusciranno probabilmente a mantenere bassa l'incidenza di casi, «a meno che – sottolinea un articolo di The Conversation – si sviluppi una nuova variante capace di eludere l'immunità naturale acquisita dopo essere stati esposti alla variante Delta».
E questo, lo sappiamo, è uno scenario tanto scongiurabile quanto possibile.