Salute

Covid: perché eradicarla sarà (quasi) impossibile

Guardando allo scenario attuale eradicare la covid sembra una missione impossibile: ecco perché e quali sono le alternative.

Con la nascita dell'ennesima variante del coronavirus della covid (la Omicron), torniamo a farci la solita domanda: ci libereremo mai della covid o dovremo imparare a conviverci? L'eradicazione, intesa come eliminazione totale del virus in natura, sembra alquanto improbabile: raggiungerla richiederebbe sforzi immensi e totale collaborazione da parte di ogni Paese del mondo. Uno scenario più probabile sembra quello di una convivenza con il virus, con vaccinazioni periodiche, come per l'influenza, e il ritorno a mascherina e distanziamento in periodo di aumento dei contagi.

Definizioni. Eradicazione, eliminazione ed estinzione sono tre modi apparentemente simili ma intrinsecamente diversi di sbarazzarsi (più o meno definitivamente) di una malattia: finora l'unica ad essere stata eradicata negli umani è il vaiolo (grazie ai vaccini), il cui virus non è ufficialmente più presente in natura dal 1980. Non siamo invece mai riusciti a estinguere una malattia: farlo vorrebbe dire cancellare un patogeno dalla faccia della Terra - in natura e nei laboratori, e dunque renderlo indisponibile come arma biologica.

Infine, la strada dell'eliminazione è quella relativamente più semplice, ma anche la meno efficace: eliminare una malattia significa portare a zero i casi in un determinato Paese. È chiaro però che in un mondo globalizzato serve a poco: lo sa bene per esempio il Regno Unito, che nell'estate del 2019 ha perso lo status di nazione libera dal morbillo a causa di un repentino aumento dei contagi.

Chi sostiene la necessità di eradicare la covid ricorda che, nel caso in cui la malattia diventasse endemica (che continuasse cioè a circolare in forma controllata) i costi economici sarebbero altissimi e nel 2030 potrebbero raggiungere quota 1,4 migliaia di miliardi.

Che cosa rende difficile l'eradicazione? Diverse caratteristiche della covid rendono l'eradicazione una speranza alquanto remota. Innanzi tutto il fatto che i vaccini attuali siano efficaci nel prevenire l'infezione, ma non riescano a bloccare la trasmissione: questo fa sì che il virus continui a circolare, spesso sottoforma di contagi asintomatici (che si stima rappresentino il 35% del totale); incide poi il fatto che l'uomo non sia l'unica specie infetta, ma che il virus si sia diffuso anche tra diverse specie animali (gli ultimi a contagiarsi sono stati due ippopotami di uno zoo belga): questo significa che, se anche riuscissimo a eradicarlo dalla razza umana, il SARS-CoV-2 potrebbe rimanere silente in un serbatoio animale, e in futuro effettuare nuovamente il salto di specie; il fatto che il virus muti, e continui a dare vita a nuove varianti, è un altro motivo per cui pensare di dire addio per sempre alla covid è un'utopia; infine la somiglianza dei sintomi della covid con quelli dell'influenza, e una conseguente difficoltà nell'individuazione degli infetti, rappresenta l'ultimo ostacolo al ritorno a un mondo senza covid.

Convivenza forzata. Cosa dobbiamo dunque aspettarci? Vivremo per sempre tra una quarantena e l'altra? Lo scenario più verosimile (almeno a breve termine) è quello di una convivenza con il virus, resa possibile in primis dai vaccini: dal momento però che l'efficacia dei vaccini diminuisce col tempo - almeno per quanto riguarda la capacità di prevenzione dell'infezione, mentre sembra rimanere alta la protezione contro i rischi di malattia grave e decesso - sarà necessario ricorrere periodicamente alla somministrazione di dosi di rinforzo, un po' come avviene ora per l'influenza stagionale. Almeno finché non avremo una classe di vaccini differente.

10 dicembre 2021 Chiara Guzzonato
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