Nessuno in queste prime, poche settimane di dopo-lockdown vorrebbe sentire parlare di previsioni cupe per il prossimo inverno - il primo di "convivenza armata" con la covid. Eppure è proprio questo il momento per fare il punto su cosa non ha funzionato nei mesi scorsi, e prepararsi ad affrontare anche possibili scenari infausti. Secondo un modello elaborato dagli scienziati dell'Academy of Medical Sciences (UK), ai quali è stato chiesto di delineare la peggiore delle situazioni che potrebbe presentarsi nell'inverno 2020, la seconda ondata di covid nel Regno Unito potrebbe essere anche peggiore della prima, e il numero di morti ospedaliere per coronavirus da settembre 2020 a giugno 2021 potrebbe raggiungere le 119.000, più del doppio delle 45.000 registrate finora.
una stagione difficile. Il picco di decessi si raggiungerebbe tra gennaio e febbraio, e questo scenario non tiene conto delle morti che si registrerebbero nelle case di riposo, che durante la prima ondata di covid hanno rappresentato un terzo di tutte le perdite di vite umane nel Regno Unito. Nei mesi invernali i sistemi sanitari sono sempre sotto pressione per la maggiore facilità di diffusione delle infezioni, che si propagano più facilmente nei luoghi chiusi e poco ventilati, e perché la riacutizzazione di condizioni come asma, difficoltà respiratorie e problemi cardiovascolari è più frequente, con il freddo.
Questo "worst case scenario", la peggiore delle ipotesi, non considera la possibilità di nuovi lockdown, della scoperta di trattamenti efficaci e della disponibilità di un vaccino. Sono comunque possibili anche scenari più ottimistici, si fa per dire, con un numero di decessi stimato in poche migliaia. Insomma non si tratta di una predizione, ma di una delle tante possibili facce di una situazione ancora piena di incognite.
Agire da subito. Le previsioni sono state elaborate per il Regno Unito, ma è anche un monito indirizzato a tutto il mondo. Senza un vaccino e con il virus ancora circolante, non possiamo considerarci usciti dalla pandemia - tanto che, per alcuni, è improprio parlare di seconda ondata perché la prima non è ancora finita. Il rischio può essere ridotto se ci muoveremo prontamente per scongiurare questa possibilità. Secondo gli scienziati occorre aumentare la capacità di test e di tracciamento dei casi, considerando che alle infezioni di COViD-19 si sommeranno quelle influenzali e di altri virus respiratori; vaccinare il più possibile contro l'influenza; assicurarsi che ospedali e case di riposo abbiano dispositivi di protezione individuali a sufficienza; creare aree "covid free" all'interno di tutte le strutture in cui si curano pazienti, per arrestare possibili focolai interni.