Se c'è una cosa che rende la covid sfuggente e insidiosa è la continua trasformazione dei suoi sintomi tipici, tra una variante e la successiva: se all'inizio insospettivano tosse e perdita dell'olfatto, ora sono mal di gola, raffreddore e mal di testa a far scattare il tampone.
Ma al di là dei classici campanelli d'allarme, l'infezione da SARS-CoV-2 si accompagna anche a disturbi più bizzarri e inusuali che molti contagiati potrebbero aver notato e forse associato ad altro, anziché alla covid stessa. Come spiegato in un articolo su The Conversation, non si tratta di sintomi nuovi: semplicemente se ne parla di più, a causa del numero massiccio di contagi. Vediamone quattro.
Lesioni della pelle. Si dice che la pelle sia una cartina al tornasole del nostro stato di salute. Vale anche per la covid: manifestazioni come l'orticaria (un'eruzione cutanea con bolle in rilievo), l'eritema o l'esantema tipico del morbillo, sono alcune delle spie di una possibile infezione. Nei giovani colpiti da forme lievi o asintomatiche di covid possono comparire quelle che i dermatologi chiamano "dita da covid" - forme di gonfiore e arrossamento delle dita simili a geloni che si risolvono in due o tre settimane al massimo, senza bisogno di trattamenti specifici.
Macchie sulle unghie. Tra le nuove espressioni nate in pandemia potreste aver sentito citare le "unghie da covid". In questo caso si parla di segni che compaiono nei giorni e nelle settimane che seguono l'infezione, una manifestazione dello stress subito dall'organismo.
Potreste aver avuto la covid se, guardandovi le unghie, notate: le cosiddette linee di Beau, ossia solchi orizzontali più o meno profonde sulla lamina ungueale; macchioline o strisce irregolari di colore bianco (linee di Mees); bande a forma di mezzaluna color rosa scuro. Si tratta di fenomeni legati al rallentamento della crescita dell'unghia che compaiono anche dopo altre infezioni o durante trattamenti di chemioterapia, e si risolvono in poche settimane.
Perdita di capelli. La perdita copiosa dei capelli è uno dei più classici (e fastidiosi) sintomi post-covid, che si verifica dopo circa un mese dalla fase più acuta dell'infezione. Uno studio condotto in Brasile su 6000 persone guarite da covid ha riscontrato questo problema nel 48% dei partecipanti, eppure - se si escludono i parrucchieri e i diretti interessati - non è un disturbo di cui si sente spesso parlare, forse perché crea particolare disagio.
Anche in questo caso è la conseguenza di un forte stress affrontato dal corpo: un'abbondante perdita di capelli avviene anche in altri momenti faticosi, per esempio dopo il parto.
Comunque non c'è da preoccuparsi: è un episodio passeggero.
Perdita dell'udito e acufene. La covid, come l'influenza, il morbillo e altre infezioni, può colpire le cellule dell'orecchio interno e provocare perdita dell'udito e acufene o tinnito, la percezione di un ronzio o un fischio continuo o intermittente, anche in assenza di uno stimolo acustico.
Una revisione degli studi sul tema condotta da ricercatori canadesi ha trovato che la perdita dell'udito si verifica nel 3,1% dei pazienti con covid, e l'acufene nel 4,5%. Il primo disturbo si accompagna in genere a una maggiore difficoltà nella percezione di suoni ad alta frequenza. Anche se in genere si recupera senza particolari problemi, in alcuni casi la perdita può essere irreversibile.
Una causa comune. Alla base di questi disturbi c'è probabilmente il processo infiammatorio che il corpo scatena per difendersi dal coronavirus. In particolare, l'eccessiva produzione di citochine, le proteine che controllano l'attività delle cellule immunitarie, può ostacolare la circolazione nei capillari, i più piccoli vasi sanguigni che irrorano le unghie, la pelle, le orecchie. Ecco spiegata la comparsa di questi sintomi, che non sono segnali esclusivi della covid (compaiono anche dopo altre infezioni) ma che potrebbero per lo meno farci insospettire.