Salute

COVID-19, stiamo vincendo o perdendo?

Un video spiega perché, nel pieno dell'epidemia di COVID-19, sia difficile capire dove si sta andando, e quante persone ancora si ammaleranno.

Dove siamo diretti? Stiamo facendo progressi? Sta funzionando? Sono le domande che tutti ci poniamo quando leggiamo i dati giornalieri su contagi e decessi da COVID-19. Nel pieno di una crisi epidemica è particolarmente difficile fare valutazioni di questo tipo. I numeri variano così rapidamente, che stimare quante persone si saranno ammalate o avranno perso la vita alla fine di tutto questo è una sfida anche per i più esperti epidemiologi e statistici.

Stiamo vincendo o perdendo (ammesso che si possa osare questa domanda, in una situazione in cui "vincere" vorrebbe dire aver perso almeno 13 mila vite soltanto in Italia)? Perché si fa così fatica a capirlo, dai numeri che leggiamo ogni giorno? Questo video pubblicato da minutephysics - in inglese con i sottotitoli in italiano - prova a dare una risposta.

Guardare al trend. La pandemia da COVID-19 segue una crescita esponenziale, caratterizzata da un aumento sempre più rapido ed esplosivo mano a mano che aumenta il numero di persone interessate dall'infezione. Non resteremo in questa situazione per sempre: a un certo punto il coronavirus SARS-CoV-2 non avrà più molte altre persone da infettare, oppure misure come quelle prese in Italia riusciranno a tenere sotto controllo la sua diffusione. Sapere quando terminerà la crescita esponenziale è importante perché ci dice quante persone ancora si potrebbero ammalare.

Per capire meglio come stiamo andando dobbiamo focalizzarci sul cambiamento e non sui numeri assoluti: se si considera il numero di nuovi casi individuati nell'ultima settimana, cioè il tasso di crescita dei contagi, diventa più facile capire se la diffusione dell'infezione stia iniziando a rallentare.

Nella stessa situazione. Il grafico nel video mostra come tutti i Paesi stiano seguendo la stessa traiettoria, a qualche giorno di distanza l'uno dall'altro. Tutti affrontano una crescita esponenziale o sono destinati ad affrontarla, mentre quelli che con le misure di isolamento e tracciamento dei contatti sono riusciti a bloccare le catene di trasmissione precipitano giù dalla sequenza principale, abbandonando questa folle corsa. 

Per evidenziare dove le misure prese contro la COVID-19 stiano funzionando, il grafico utilizza una scala logaritmica: le tacche sugli assi crescono per multipli di 10 (10, 100, 1000… anziché 10, 20, 30), e ciò permette di confrontare Paesi con numeri anche molto diversi di casi. Il fattore "tempo" è evidenziato solo dall'animazione, ma non è sugli assi cartesiani, che mettono a confronto soltanto il numero di casi che c'erano già con i nuovi casi registrati (ossia il tasso di crescita).

Il grafico ci permette di capire un po' meglio a che punto del tragitto ci troviamo: se lanciati come un missile verso lo strapiombo o se scesi da questo treno in corsa come la Cina. Come si vede al minuto 4:25, anche l'Italia sembra aver interrotto la crescita esponenziale.

Da tenere presente. Rappresentazioni come questa sono utili per vedere le cose con un minimo di prospettiva, ma hanno alcuni limiti. Le scale logaritmiche generano distorsioni (il valore di 1000 casi sembra vicinissimo a quello dei 10 mila casi); rendono difficile identificare le infezioni "di ritorno", generatesi dopo la fine del lockdown; e come altre non contemplano il numero reale di casi ma solo di quelli tracciati. Infine, il grafico riflette anche l'aumento dei tamponi effettuati con il progredire dell'epidemia: la crescita reale dei casi potrebbe essere avvenuta in modo più graduale di come appare.

2 aprile 2020 Elisabetta Intini
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