Salute

CoViD-19: come si vive oggi a Pechino?

Mentre la Cina si dichiara "quasi" fuori dall'emergenza, a Pechino le uscite sono ancora ridotte al minimo, i negozi chiusi e vige il totale rispetto delle regole dell'emergenza.

È il virus che sta mettendo in ginocchio l'Italia, il SARS-CoV-2, all'origine dell'epidemia di CoViD-19. Mentre l'Italia moderna del XXI secolo si trova a combattere con la sua ora più buia, come l'ha definita il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in Cina sembrano tirare un sospiro di sollievo mentre i contagi diminuiscono di giorno in giorno. Abbiamo parlato con una guida turistica cinese di Pechino: ecco che cosa ci ha raccontato la signora Ting Li dell'aria che si respira nella capitale, che dista 1150 km da Wuhan, epicentro dell'epidemia.

Pass entrata
In alto, il pass utilizzato dai residenti per rientrare nella propria zona. In basso, i controlli all'entrata. © Ting Li

Quali misure sono state adottate a Pechino? Vi sentite sicuri?

Ci è stato richiesto di rimanere a casa per quanto possibile: se vogliamo uscire, dobbiamo obbligatoriamente indossare la mascherina. All'entrata di un supermercato, di un negozio di alimentari e all'ingresso del proprio quartiere viene misurata la temperatura. Se è superiore a 37,5° non possiamo entrare. Non si può entrare in un quartiere se non vi si risiede: a ognuno di noi è stato consegnato un pass per entrare nella propria zona di residenza; se qualche residente arriva da un'altra città, deve obbligatoriamente rimanere in quarantena per 14 giorni: è compito dell'ufficio del quartiere registrarlo e controllare che rispetti le regole. Ci sentiamo sicuri: ci sono molte persone che lavorano per prevenire nuovi casi di coronavirus nei diversi quartieri. È tutto molto controllato, e questo ci fa stare più tranquilli.

Avete sentito della situazione in Italia? Che cosa ne pensate?

Ogni giorno i telegiornali ci aggiornano sulla situazione fuori dalla Cina. Sappiamo che anche voi state vivendo un momento difficile, e ci dispiace: speriamo che il vostro governo presti molta attenzione e prevenga la diffusione del virus. È molto facile venirne infettati.

Come è cambiata la vita oggi rispetto a qualche mese fa, prima che scoppiasse l'emergenza coronavirus?

Ancora oggi negozi e ristoranti sono per lo più chiusi. Se compriamo prodotti online, non possono essere recapitati a casa, ma dobbiamo recarci in un punto di ritiro. È più scomodo, ma capiamo la situazione e ci atteniamo alle regole. Sappiamo che torneremo alla nostra vita normale presto se lavoriamo tutti insieme: solo se uniamo i nostri sforzi potremo vincere presto il coronavirus.

È difficile reperire la merce nei negozi?

Supermercati e centri commerciali sono aperti, i prezzi sono abbastanza stabili e possiamo comprare quello di cui abbiamo bisogno. Se qualcuno cerca di approfittarsene vendendo prodotti a prezzi più alti del dovuto, viene multato pesantemente: qualche negoziante l'ha fatto, all'inizio dell'emergenza, ed è stato subito punito.

Traffico Pechino
Il traffico a Pechino a novembre 2019 e a marzo 2020. © Shutterstock (in alto) | Ting Li (in basso)

State tornando alla vita di tutti i giorni, o la normalità è ancora lontana?

Alcuni sono tornati a lavorare, altri no, come insegnanti, studenti e chi lavora nel turismo come me. La maggior parte dei piccoli negozi è chiusa, qualche cinema ha riaperto. A mano a mano che i contagi diminuiscono iniziamo a essere più ottimisti: l'altro giorno sono andata al parco con mio marito e mio figlio, e abbiamo notato che c'erano più persone del solito. Però tutti con la mascherina.

Come saranno i prossimi mesi? Il governo e i media fanno qualche previsione su quando finirà questo periodo?

No, i media e il governo non sanno darci una data precisa in cui tutto tornerà alla normalità: quello che ci dicono è che non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo ancora stare attenti e lottare, ma quel giorno arriverà presto.

Ting Li
Ting Li, guida turistica di Pechino, durante una passeggiata al parco. © Ting Li

Tu lavori nel turismo: quanto ne risentirà il tuo lavoro? Sei preoccupata?

Questo è un problema serio: il turismo è stato molto colpito dall'epidemia, e io potrei non lavorare anche per sei mesi. Ma sono ottimista: si tratta di una situazione temporanea. Cerco di prendere il buono da questa situazione: ora ho più tempo per leggere ed educare mio figlio, che ha sette anni. Non mi lamento.

Come gli hai spiegato la situazione?

Fin dall'inizio siamo stati molto chiari con lui, e lui ha seguito sempre le nostre indicazioni: sa che la questione è seria. Per fortuna, qui a Pechino abbiamo sempre potuto portarlo fuori a giocare ed è stato tutto più sopportabile.

 
Che cosa ti ha insegnato questa esperienza?

Che la vita è piena di sorprese e cose inaspettate. Dobbiamo imparare ad accettare quello che ci accade con un sorriso: dopo il vento e la pioggia, arriva sempre l'arcobaleno.

12 marzo 2020 Chiara Guzzonato
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