I bambini possono essere portati in spiaggia anche quando sono molti piccoli a patto di evitare le ore più calde, comprese tra le 10 del mattino e le 16:30 del pomeriggio. Dobbiamo però ricorda che quella gigantesca distesa di sabbia è per loro un ambiente completamente nuovo, che vorranno esplorare e approfondire. Per farlo, utilizzeranno quello che fino ai 3 anni è lo strumento di conoscenza per eccellenza: la bocca. Non è raro quindi che qualche granello venga ingerito allo scopo di capire di cosa sia quell'elemento che non avevano mai visto prima. Ma cosa succede se un bambino mangia la sabbia?
Cerchiamo subito di calmare le paure: nella maggior parte dei casi, i bimbi ne ingeriscono una quantità talmente minima da non provocare loro alcun danno. Lo chiarisce anche Fondazione Veronesi. Il problema è che in spiaggia, purtroppo, non si trova solo sabbia.
Da cosa è formata la sabbia
Quando andiamo in vacanza al mare, i nostri piedi affondano in uno strato che è principalmente composto da frammenti di rocce e di scheletri o gusci di creature marine, tutti ridotti in polvere da un lungo processo di erosione.
Ma lungo le nostre coste, come ormai tristemente sappiamo, si trovano oggetti che decisamente non fanno parte dell'ecosistema. Tra questi ci sono i mozziconi di sigarette (secondo Legambiente, il rifiuto più diffuso in assoluto), le confezioni di snack e di altri alimenti, pezzi di plastica di diverse dimensioni come tappi di bottiglie o coperchi, porzioni di cibo caduto e così via.
Infine, più naturali ma egualmente rischiosi per la salute, sono le feci di cani, gatti e di altri animali che potrebbero aver calpestato l'area durante le ore notturne. In tutti questi casi, la possibilità di contrarre infezione aumenta.
Le possibili infezioni
È quindi la presenza di corpi estranei e specifici microorganismi infettivi a rendere potenzialmente pericolosa l'ingestione della sabbia. L'incontro con microbi e batteri non è per forza un episodio negativo, dal momento che contribuisce all'educazione e al rafforzamento del sistema immunitario del bambino che scoprirà nuove minacce contro cui sviluppare le necessarie difese.
Bisogna però prestare attenzione a quello che il piccolo mette in bocca, perché su alcuni elementi, come i residui di cibo, potrebbero formarsi batteri più pericolosi, ad esempio la salmonella. E ancora, le feci degli animali possono contenere l'Escherichia Coli, un microorganismo che causa gastroenterite, ma anche infezioni del tratto urinario e che può avere conseguenze gravi in pazienti con un sistema immunitario non ancora del tutto allenato.
Infine, la toxoplasmosi trasmessa dai gatti che di norma provoca solo un leggero gonfiore dei linfonodi ma, di nuovo, può rivelarsi molto pericolosa in caso di difese basse.
Da non trascurare poi la possibilità che il bambino ingerisca un oggetto le cui dimensioni non consentano il transito attraverso l'intestino e provochi dunque un'ostruzione o una lesione interna. Insomma, il problema non è tanto la sabbia, quanto tutto quello che ci si può trovare dentro.
Come evitare che il bambino mangi la sabbia
Utilizzare un tono allarmistico e cercare di spaventare il bambino per evitare che metta in bocca i granelli di sabbia potrebbe risultare controproducente. Per lui, quello rimane un canale importante di esplorazione del mondo esterno ed è un meccanismo che non deve essere inibito del tutto. Meglio piuttosto assumere un tono pacato e reagire con un no deciso ai suoi eventuali tentativi di "assaggiare" la spiaggia. Aiuta anche distendere un telo da mare dove radunare i suoi giochi preferiti per distrarlo dall'ambiente sconosciuto che lo circonda. Non certo facile da ignorare!