Gli otoliti sono piccoli aggregati di ossalato e carbonato di calcio, immersi in una sostanza "gelatinosa" che si trova nell'orecchio interno dell'uomo. Agiscono come "sensori" di movimento ed equilibrio. Quando cambiamo posizione o iniziamo un movimento, queste formazioni, più dense della loro stessa matrice, esercitano una forza d'inerzia sulla membrana otolitica, attivando le cellule sensori che comunicano al cervello le variazioni nello spazio.
È questo "sistema" che ci fa provare le sensazioni statiche e di equilibrio durante gli spostamenti in verticale (per esempio in ascensore) e avanti-indietro (quando camminiamo o siamo in treno o in auto).
Otiliti: come vengono le vertigini?
Talvolta accade che gli otoliti – per motivi non ancora chiari – finiscano per spostarsi dall'endolinfa verso i canali semicircolari, causando una condizione chiamata vertigine parossistica posizionale benigna, che può prendere il nome di cupololitiasi, se gli otoliti si posizionano nella cupola, o canalolitiasi, se sono liberi nell'endolinfa.
Anche in pesci e fossili. Oltre che nell'orecchio umano, gli otoliti si trovano anche nei pesci, dove contribuiscono alla funzione di orientamento grazie alle cellule sensoriali. Nei pesci, la crescita degli otoliti rivela età e dimensioni, mostrando un accrescimento periodico simile agli anelli degli alberi.
Nella paleontologia, infine, gli otoliti hanno un ruolo cruciale: la loro forma specifica consente di dedurre, attraverso le specie di pesci fossili ritrovati, il contesto ambientale marino e la fauna presente in un passato sommerso dalle acque marine.