Con il numero dei casi che sale giorno dopo giorno, e i calcoli sulla letalità di Covid-19, più alta da noi che nel resto del mondo, ci si domanda quali fattori abbiano favorito una diffusione così massiccia del coronavirus, specie in Lombardia, e perché da noi i morti siano così numerosi.
Pianura Padana da record. Alcune parziali risposte sono già arrivate nei giorni scorsi: una popolazione più anziana e le modalità con cui sono eseguiti i tamponi sono certamente fattori che pesano. Ma fra le regioni più colpite e il resto d'Europa esiste anche un'altra differenza, che per i polmoni e le malattie del sistema respiratorio conta moltissimo: la Pianura Padana è la regione più inquinata del continente.
A sottolineare un possibile nesso fra inquinamento, diffusione e letalità del coronavirus è Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l'aria, associazione che da anni si batte per migliorare il piano sulla qualità dell'aria della Regione Lombardia. «Per oltre due mesi, dall'inizio di dicembre alla prima settimana di febbraio 2020, le concentrazioni di polveri sottili e biossido di azoto, in Lombardia, sono state pressoché costantemente ben oltre i limiti di legge», dice Gerometta. «E questo potrebbe aver inciso sulla diffusione del coronavirus e sulla gravità della malattia».
Diversi studi scientifici rendono conto del possibile legame. Per esempio, alcuni anni fa una ricerca condotta a Pechino ha trovato che molti microrganismi – virus compresi – si diffondono nell'aria assieme alle particelle di smog. Sono poi numerosissimi gli studi che dimostrano che chi vive in aree inquinate è più suscettibile alle infezioni respiratorie e che lo smog ne aggrava i sintomi.
Le possibili spiegazioni. Interrogandosi sullo stesso possibile legame, il Washington Post ricorda che una ricerca condotta in Cina sulla SARS, malattia molto simile alla Covid-19, aveva trovato una letalità maggiore nelle zone più inquinate del Paese, in occasione dell'epidemia del 2002-2003.
Il fenomeno ha due possibile spiegazioni. La prima è che lo smog favorisce tutte le malattie respiratorie, e che il coronavirus – come testimoniano i dati – colpisce più duramente chi presenta già patologie.
La seconda, squisitamente biologica, è che l'inquinamento ostacola l'attività di un particolare tipo di cellule (i macrofagi alveolari) che hanno il compito di distruggere eventuali agenti infettivi penetrati fino ai polmoni.
Mettendo quindi ko una delle poche difese che il nostro corpo potrebbe dispiegare contro il nuovo agente infettivo.