Il gesto solenne è in genere riservato al papà: il taglio del cordone ombelicale (quello che i medici chiamano "clampaggio") definisce di fatto il completo distacco anatomico del neonato dalla madre. Ma quando va eseguito?
Secondo uno studio spagnolo appena pubblicato sulla rivista Pediatrics è meglio non aver fretta. Ritardare il clampaggio anche solo di due minuti può influenzare positivamente la resistenza del bebè allo stress ossidativo e alle infiammazioni nei primi giorni di vita.
Subito dopo. In genere, il taglio del cordone viene eseguito entro un minuto dalla nascita. Si ritiene infatti che un minuto sia più che sufficiente per permettere al sangue residuo della placenta di fluire fino al neonato, garantendogli le migliori condizioni di partenza per l'inizio della vita fuori dall'utero. Ma sulle tempistiche più opportune per il clampaggio, esistono diverse scuole di pensiero: alcuni sostengono sia meglio aspettare che il cordone smetta di "pulsare" per il passaggio del sangue, prima di procedere con il taglio.
Maggiori difese. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Granada (Spagna) ha seguito la fine della gravidanza di 64 donne sane, che hanno partorito naturalmente e a termine nello stesso ospedale. Metà dei neonati ha subito un clampaggio immediato a 10 secondi dalla nascita, l'altra metà dei cordoni è stata tagliata dopo due minuti di vita. I neonati del secondo gruppo hanno dimostrato di avere una più alta capacità antiossidante, ossia una maggiore resistenza allo stress ossidativo, inteso come la rottura dell'equilibrio tra i radicali liberi e le sostanze antiossidanti, una condizione che favorisce gli stati infiammatori.
Partenza sprint. "Il nostro studio - scrivono gli autori - dimostra che il clampaggio ritardato del cordone ombelicale ha effetti benefici sulle capacità antiossidanti e riduce i segnali infiammatori indotti durante il travaglio, con un miglioramento dello sviluppo del neonato nei primi giorni di vita".