Il corpo si raffredda ma la mente può riscaldarlo. Attraverso un pensiero meditativo profondo, come quello che deriva dalle tecniche gTummo, conosciute da chi pratica la meditazione tibetana. A dirlo non è uno yogi (una persona che pratica lo yga), ma un team di ricercatori dell'Università di Singapore che hanno documentato come un gruppo di 10 religiosi buddisti, tra cui 7 donne, provenienti da monasteri diversi, siano riusciti a modificare la propria temperatura corporea durante una cerimonia. Un esperimento compiuto su un campione esiguo, ma che ha dell'incredibile: coperte da lenzuola bagnate, le suore meditando hanno aumentato la propria temperatura corporea fino ad asciugarle, mentre fuori imperava il clima himalayano (-25 °C). Utilizzando un termometro ascellare i ricercatori hanno registrato aumenti tra gli 1,2 °C e i 6,8 °C (in alcuni casi la temperatura dei religiosi ha raggiunto i 38,8°).
Per suffragrare la loro scoperta, i ricercatori hanno ripetuto lo studio con altri 11 partecipanti (di cui 10 donne) esperti di meditazione, yoga e arti marziali ma di origine occidentale dunque non temprati alle temperature tibetane. Anche loro sono riusciti ad aumentare la propria temperatura corporea utilizzando due tecniche di meditazione: la respirazione a vaso e la visualizzazione concentrativa. La prima è una forma di respirazione che provoca termogenesi, cioè produzione di calore. L'altra si basa sulla visualizzazione (in questo caso i partecipanti hanno immaginato di essere coperti da fiamme lungo la schiena, ndr). "La respirazione a vaso - ha spiegato Maria Kozhevniko, a capo del team di ricercatori - è una tecnica sicura per regolare la temperatura. I partecipanti sono stati in grado di elevare la loro temperatura corporea, entro certi limiti, e hanno riferito di sentirsi più eccitati e concentrati. Con ulteriori ricerche, anche chi pratica meditazione non tibetana potrebbe usarla per migliorare la propria salute e le prestazioni cognitive".