Gli uomini che nell'arco della loro vita hanno fumato quantità moderate di marijuana sembrano produrre più alte concentrazioni di spermatozoi rispetto a quelli che non hanno mai fatto uso di cannabis. Uno studio a lungo termine dell'Università di Harvard contraddice quel poco che si sa sulla relazione tra questa sostanza e la fertilità maschile, ma come spesso accade, l'interpretazione dei dati è un po' meno scontata di quel che si pensi.
Le poche analisi sugli effetti del consumo di droghe leggere sulle cellule sessuali maschili vanno nella direzione opposta alla nuova ricerca. Nel 2015, da uno studio su uomini danesi era emerso che chi fumava marijuana più di una volta alla settimana aveva una più bassa conta spermatica (una minore concentrazione di spermatozoi nell'eiaculato).
Un altro studio del 2018 aveva dimostrato che il principio attivo della cannabis, il THC, può alterare la struttura del DNA delle cellule sessuali maschili: questi primi studi avevano portato i ricercatori a scoraggiare gli aspiranti padri dal consumo eccessivo di cannabis. Anche alcol e fumo di sigaretta hanno un impatto negativo sulla fertilità umana, femminile e maschile.
Al microscopio. Per il nuovo studio, pubblicato su Human Reproduction, sono stati esaminati oltre un migliaio di campioni di eiaculato di 662 uomini di età media 36 anni, che si erano rivolti a una clinica per la fertilità tra il 2000 e il 2017. La maggior parte dei campioni mostrava conte spermatiche nella norma (i motivi per cui si erano rivolti alla struttura dovevano essere altri).
Il 55% dei partecipanti aveva fumato marijuana almeno una volta nella vita: il 44% aveva provato in passato, l'11% la fumava ancora. Gli uomini che avevano consumato cannabis mostravano una conta spermatica migliore di chi non ne aveva mai fatto uso (62,7 milioni di spermatozoi per millilitro contro 45,4 milioni per millilitro, entrambi valori nella norma).
Tra i non fumatori era inoltre più alta la percentuale di individui con una concentrazione di spermatozoi inferiore alla norma, mentre i fumatori presentavano, nei casi di consumo più assiduo, più alti livelli di testosterone rispetto agli altri. Infine, chi aveva fumato in passato aveva un numero di spermatozoi leggermente maggiore di chi ancora fumava.
Quale relazione? I risultati possono essere interpretati in diversi modi, e serviranno ulteriori studi per capire quali siano i più corretti. Può essere che un moderato utilizzo di cannabis (che agisce sul sistema endocannabinoide, coinvolto nella fertilità) abbia effetti positivi sulla produzione di spermatozoi, ma che i benefici svaniscano con un uso frequente o prolungato.
Gli studi passati si erano concentrati su fumatori più assidui, e per questo potrebbero aver fatto emergere dati negativi.
Tuttavia, una delle interpretazioni più plausibili è che gli uomini con più alti livelli di testosterone (e quindi anche con una migliore conta spermatica) siano più inclini a comportamenti "a rischio" come il consumo di droghe: la correlazione tra uso di cannabis e più alto numero di spermatozoi potrebbe spiegarsi anche così.
Inoltre, poiché il ciclo completo di produzione e maturazione degli spermatozoi dura circa tre mesi, non si capisce come un utilizzo di marijuana nel passato possa sortire effetti positivi nel presente. Ci deve essere - ipotizzano gli scienziati - un elemento che va di pari passo con l'uso di marijuana che potrebbe favorire la produzione di spermatozoi.