La Food and Drug Administration (FDA), l'agenzia che negli Stati Uniti si occupa di regolamentare farmaci e alimenti, ha stabilito che un comune principio attivo usato nei farmaci contro il raffreddore e le allergie è privo di efficacia.
I decongestionanti nasali da prendere per bocca a base di fenilefrina non sono efficaci - nel dosaggio approvato - nel decongestionare le mucose nasali e liberare il naso come promettono. Il giudizio riguarda molti farmaci da banco diffusi negli Stati Uniti, ma anche alcuni noti rimedi anti-raffreddore in pastiglia usati in Italia.
Due importanti precisazioni. Il verdetto della FDA non mette in dubbio la sicurezza di questi medicinali, che possono non funzionare ma che non sono pericolosi per i consumatori, e non riguarda i decongestionanti nasali sotto forma di spray, che sembrano avere un'efficacia per lo meno contenuta e di durata limitata. Ora l'agenzia USA dovrà decidere che cosa fare dei prodotti in commercio con queste caratteristiche, considerando che solo nel 2022 gli americani hanno acquistato, secondo le stime, 242 milioni di prodotti decongestionanti a base di fenilefrina.
Un passo indietro. La fenilefrina si lega a specifici recettori nei vasi sanguigni, che li fanno restringere. In linea di principio questo meccanismo dovrebbe ridurre la congestione nasale. Raffreddori e allergie causano infatti una dilatazione dei vasi sanguigni nelle vie nasali e di conseguenza un aumento della produzione di muco e una sensazione di ridotto passaggio dell'aria attraverso le narici.
La costrizione dei vasi sanguigni aiuterebbe a ridurre quella fastidiosa percezione di "naso tappato" - lo stesso principio sfruttato da un'altra famiglia di decongestionanti nasali, quelli a base di pseudoefedrina. Quest'ultima è un composto di provata efficacia nel ridurre la congestione nasale ma storicamente sfruttato per la produzione illegale di alcune sostanze come le metanfetamine. Negli anni 2000, maggiori limitazioni negli USA nella produzione di pseudoefedrina fecero decollare il mercato della fenilefrina, anche se gli studi clinici che testavano il suo uso come decongestionante orale nella dose raccomandata non avevano riportato differenze eclatanti tra questa e il placebo.
Distrutta nella digestione. I 14 studi originari sull'efficacia dei decongestionanti nasali per bocca a base di fenilefrina su cui si era basata la decisione della FDA negli anni '70 erano molto piccoli e con numerosi problemi di metodologia. Cinque di essi, tutti effettuati nello stesso centro di ricerca, riportavano esiti fin troppo positivi ed erano perciò visti con un certo scetticismo dagli addetti ai lavori: escludendo questi studi, gli altri non riferivano una grande efficacia.
Le moderne revisioni degli studi sul farmaco hanno concluso che la fenilefrina è altamente metabolizzata dal tratto gastrointestinale, il che risulta in una disponibilità di principio attivo dopo il passaggio nello stomaco di meno dell'1%. La quantità di prodotto che arriva alle mucose nasali è perciò troppo bassa per agire con efficacia.
Troppo poca, o troppa. C'è poi un problema di dosaggio. Se infatti restringere i vasi sanguigni nel naso potrebbe alleviare la congestione, restringerli nel resto del corpo può comportare un aumento della pressione sanguigna. Ecco perché dosaggi potenzialmente più efficaci del farmaco potrebbero risultare pericolosi per chi soffre di ipertensione. La dose di fenilefrina presente nei farmaci da banco non comporta problemi per la salute cardiovascolare (ma risulta appunto non efficace nel liberare il naso).
Che cosa fare, quindi? In Italia e in Europa rispetto agli Stati Uniti sono più presenti farmaci a base di pseudoefedrina, un decongestionante nasale efficace che può essere usato come alternativa. Inoltre, come ha specificato la FDA, la presenza di fenilefrina all'interno di un medicinale che abbia anche altri composti non influisce sull'efficacia delle altre molecole, che in alcuni casi potrebbero avere "di loro" un blando effetto decongestionante, perché riducono l'infiammazione delle mucose. Virtù che però non dipendono dalla fenilefrina.