Salute

Come si fa un massaggio cardiaco o rianimazione cardiopolmonare

In caso di arresto cardiaco, il primo intervento è quello della rianimazione cardiopolmonare comunemente noto come massaggio cardiaco.

È una delle manovre salvavita principali, insegnata in qualsiasi corso di primo soccorso: per diffonderne la conoscenza, l'Italian Resuscitation Council ha anche messo a punto un videogioco, Relive, e una app.

Si pratica in caso di arresto cardiaco e serve a "mimare" il lavoro del cuore in modo che il sangue e quindi l'ossigeno possano arrivare agli organi, scongiurando guai irreversibili: da quando il cuore smette di pompare le chance di sopravvivenza calano del 10 per cento ogni minuto, dopo cinque minuti a cuore fermo il cervello può avere danni permanenti.

Per prima cosa vanno chiamati i soccorsi (118), in modo da avere annche tutte le indicazioni del caso. Il soccorritore poi deve poggiare le mani a braccia tese al centro del torace, una aperta e l'altra sopra, e fare una sequenza di trenta compressioni (il cosiddetto massaggio cardiaco, la cassa toracica deve scendere di 4-6 centimetri) al ritmo di circa cento al minuto, alternate a due ventilazioni bocca a bocca di un secondo ciascuna per insufflare ossigeno.

Le compressioni vanno contate a voce alta e non ci si deve fermare per più di cinque secondi; dopo un minuto si sente se è tornato il battito e si prosegue, continuando a controllare ogni trenta secondi.

I soccorritori inesperti riceveranno tutte le informazioni necessarie nel momento in cui chiamano il 118, per cui è sempre importante chiamare i soccorsi. 

In caso di arresto cardiaco, è più importante il massaggio cardiaco o la respirazione artificiale?
È di primaria importanza il massaggio cardiaco, in quanto l'ossigeno permane nel sangue per svariati minuti.


Quando bisogna interrompere la rianimazione cardiopolmonare
Attenzione: il massaggio cardiaco è molto faticoso, ma occorre faro fino all'arrivo dei soccorsi o fino a quando non finiscono le forze (per questo meglio alternarsi se si è più di un soccorritore).


Come preparare la respirazione artificiale
Inclinare delicatamente all'indietro la testa del paziente, in modo tale da aprire le vie aeree, e successivamente chiudere le narici "pinzando" il naso, in modo da evitare che l'aria immessa esca immediatament senza giungere ai polmoni.

E se c'è a disposizione un defibrillatore?
La defibrillazione andrebbe eseguita, se è possibile, prima della rianimazione cardiopolmonare così da far ripartire il cuore e ripristinare il normale ritmo cardiaco.

Il trucco dei soccorritori. Se vi trovaste a dover prestare soccorso, oltre a sapere come fare le cosiddette manovre salvavita, occorre sangue freddo e per ricordare che cosa fare può essere utile il metodo

A-B-C-D-E

acronimo che ricorda ai soccorritori la sequenza di controlli e di azioni da compiere».

  • A sta per vie aeree: la prima cosa da fare è controllare se sono libere,
  • quindi valutare se c'è e com'è il respiro (la B di breath), perché senza ossigeno in brevissimo tempo si muore.
  • Quindi si sente il battito cardiaco (la C di circolazione) e se serve si interviene per ripristinarlo,
  • poi si passa alla D di disabilità, vedendo se la vittima apre gli occhi, si muove, risponde.
  • Infine, c'è la E di "esposizione": togliendo se necessario i vestiti, si deve valutare l'infortunato dalla testa ai piedi per controllare se ci siano traumi, lesioni, ferite.

Chiunque dovrebbe avere le competenze di base per intervenire, per questo organizziamo spesso corsi nelle scuole. E i giovanissimi sono i più attenti e bravi». Tenendo conto però della prima regola del soccorso: «Va sempre messa in sicurezza la scena dell'emergenza», spiegava qualche tempo fa a Focus Mario Guarino, segretario della Società Italiana Medicina d'Emergenza-Urgenza (Simeu).

«Se c'è un incendio, o qualcuno sta annegando, o una persona è stata folgorata e così via, il soccorritore deve intervenire solo dopo aver giudicato che farlo sia sicuro: potrebbe facilmente lasciarci la vita, aumentando così il numero di vittime invece di essere utile. Poi bisogna sempre chiamare il 118, cercando di descrivere bene che cosa sta accadendo perché possano essere inviati i soccorsi più adatti».

13 giugno 2021 Elena Meli
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