Le creme depilatorie sono di solito a base di idrossido di calcio e acido tioglicolico, una sostanza capace di rompere i legami chimici, chiamati ponti disolfuro, che stabilizzano il pelo. I ponti disolfuro si formano infatti fra le molecole di cisteina, che è il principale amminoacido che costituisce la cheratina del pelo. L’azione dell’acido tioglicolico è favorita dalla presenza dell’idrossido di calcio, che riduce fortemente l’acidità della crema creando le condizioni ideali affinché possa verificarsi la rottura del pelo.
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Il follicolo non sa
La crema depilatoria non agisce quindi sul follicolo, ma spezza il pelo in corrispondenza del punto in cui emerge dalla pelle. La ricrescita avviene in tempi più rapidi rispetto a quella che si ha con le cerette, ma non è vero che i peli ricrescano più forti se si è usata una crema.
Infatti, la depilazione porta via soltanto la parte morta del pelo e non intacca il bulbo pilifero, che è il vero responsabile della crescita: quando spuntano nuovamente fuori, i peli si sentono al tatto perché la crema ha asportato la parte terminale, più morbida e sottile.
L’acido tioglicolico è usato come depilatorio fin dagli anni ’40, ma ha un odore poco piacevole, che viene oggi coperto con essenze profumate. Sebbene l’abitudine di depilarsi fosse diffusa nell’antichità, nell’era moderna è stata riscoperta all’inizio del ’900. A diffonderla hanno contribuito le mode che lasciavano scoperte braccia e gambe.
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