Salute

Come fanno i tatuaggi a resistere nel tempo?

Le cellule della pelle non vivono in eterno, ma uno studio rivela che l'inchiostro viene trasmesso, come in una staffetta, dai macrofagi morenti a quelli di nuova generazione.

Nel corso della vita perdiamo circa 20 chilogrammi di pelle: come fanno allora i tatuaggi a essere permanenti? In base a uno studio appena pubblicato sul Journal of Experimental Medicine, la resistenza del disegno sarebbe dovuta a un lavoro "di staffetta" tra le cellule a fine missione e quelle che le rimpiazzano.

A lungo si è creduto che l'inchiostro dei tatuaggi tingesse i fibroblasti, le cellule presenti nel derma (lo strato della cute posto sotto l'epidermide). Più recentemente è stato invece suggerito un altro scenario: i macrofagi, cellule immunitarie specializzate anch'esse parte del derma, accorrono sul luogo della ferita inflitta dagli aghi e catturano i pigmenti come fossero corpi estranei da rimuovere, facendo cioè quello che sanno fare meglio - gli spazzini.

Si pensava che questi guardiani vivessero per sempre o quasi, custodendo le preziose tracce di pigmento; ma lavorando sui topi, i ricercatori del Centro di immunologia di Marsiglia-Luminy hanno scoperto che le cose vanno diversamente.

Sostituiti. Gli scienziati hanno ingegnerizzato alcuni topi per avere macrofagi eliminabili selettivamente dal derma o da altri tessuti. Hanno poi tatuato la coda degli animali e scoperto che i macrofagi erano le uniche cellule a incamerare il pigmento iniettato. Quando i macrofagi sono stati eliminati, l'aspetto del tatuaggio non è cambiato: il colore è rimasto "sul posto" per alcune settimane ed è stato incamerato dai macrofagi della successiva generazione prima che andasse disperso.

Il gruppo ha quindi trapiantato un frammento di pelle tatuata da un topo a un altro e, dopo sei settimane, si è riscontrato che la maggior parte dei macrofagi che incameravano pigmento apparteneva al ricevente, non più al donatore.

Una traccia viva. Questo ciclo di cattura, rilascio e ricattura dell'inchiostro avverrebbe di continuo nella pelle tatuata, anche quando i macrofagi non vengono uccisi tutti in un colpo ma muoiono a ritmi diversi, "per cause naturali". La permanenza dei tatuaggi sarebbe quindi dovuta a un processo dinamico, un'informazione importante per chi si occupa di rimuoverli con i laser.

Quando si interviene per cancellare una traccia permanente di inchiostro dalla pelle, sarebbe bene sbarazzarsi anche dei macrofagi presenti in quell'area. In questo modo le particelle di pigmento non sarebbero subito ricatturate, e potrebbero essere smaltite dal sistema linfatico.

6 marzo 2018 Elisabetta Intini
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