Le pandemie possono finire in due modi: dal punto di vista medico, quando crollano contagi e decessi, o da quello sociale, quando la paura del virus svanisce.
In altre parole, spiega un articolo del New York Times, una pandemia può terminare non perché il virus abbia davvero cessato di circolare tra le persone, ma perché la popolazione è stanca di vivere nel terrore del contagio e decide di non pensarci più. La storia ci insegna che, il più delle volte, una malattia finisce dal punto di vista sociale prima che medico – e anzi, in alcuni casi non svanisce mai davvero.
La Morte Nera. Nel corso dei secoli si sono susseguite tre grandi ondate di epidemie di peste bubbonica: la Peste di Giustiniano, nel VI secolo; la Peste Nera, nel XIV secolo; e l'epidemia di peste diffusasi tra fine Ottocento e primi del Novecento. Tuttavia la peste non finì mai davvero: forse il batterio che la causava mutò diventando meno mortale, oppure i ratti che ne erano portatori iniziarono a vivere più lontano dagli uomini, ma ancora oggi vi sono dei rari casi di peste (non più mortali), che vengono curati con normali antibiotici.
Il vaiolo: una malattia davvero finita. Bisogna invece ringraziare (anche) la medicina per aver messo la parola fine a un'altra tremenda epidemia, quella di vaiolo: grazie a un'efficace campagna internazionale di vaccinazione di massa, la malattia venne dichiarata ufficialmente sconfitta dalla OMS nel 1980. Tuttavia, furono anche alcune caratteristiche del virus a rendere più semplice l'eradicazione: il Variola virus infatti non aveva un ospite animale dal quale potesse avvenire il salto di specie (o spillover), e per questo una volta eradicato non poté più diffondersi; inoltre i sintomi dell'infezione erano molto evidenti (al contrario della CoViD-19, i cui infetti sono spesso asintomatici), per cui era più facile tracciare e isolare i contagi.
La mutazione dell'influenza. Il virus che causò la pandemia di influenza spagnola, scoppiata nel primo dopoguerra, svanì poco a poco, mutando in una variante della classica influenza stagionale. In seguito si successero diverse epidemie di influenza, come l'influenza di Hong Kong del 1968, chiamata così prima che la OMS si dotasse di precise linee guida in materia di nomi di malattie. Anche quel virus mutò, e rimase tra noi come influenza stagionale.
E la CoViD-19? Il coronavirus SARS-CoV-2 che destino avrà? Rimarrà tra noi in forma più leggera, svanirà del tutto o, semplicemente, impareremo a conviverci? Difficile dare una risposta.
Se è vero che la nostra maggiore speranza rimane quella di un vaccino efficace, gli storici concordano sul fatto che, probabilmente, la fine sociale arriverà prima di quella medica. Secondo Allan Brandt, storico dell'Università di Harvard, «non sconfiggeremo il virus da un giorno all'altro. Definire la fine dell'epidemia sarà un processo lungo e difficile».