La visita ginecologica, come ogni altro controllo medico, deve partire da una conversazione tra paziente e specialista per raccogliere le informazioni necessarie. Sapere quando si è verificata l’ultima mestruazione, con che frequenza si presenta il ciclo mestruale e qual è il quadro clinico generale è indispensabile per un ginecologo che debba occuparsi della cura di un disturbo o di una malattia, ma anche dell’aiuto nella scelta di un metodo contraccettivo, dell’assistenza durante una gravidanza o semplicemente di prevenzione.
Esploratori delicati. Generalmente il ginecologo procede poi a una visita manuale che, attraverso la palpazione, riesce a individuare alcune parti dell’apparato genitale interno e a riconoscerne le eventuali anomalie. La donna deve avere la vescica vuota ed essere in posizione cosiddetta “ginecologica”, ossia supina e con le gambe appoggiate sulle staffe, per consentire un rilassamento delle pareti addominali. L’esame consiste in una palpazione combinata: con una mano posta sull’addome e un dito introdotto nella vagina, il medico riesce a riconoscere le caratteristiche delle pareti vaginali, la posizione del collo dell’utero, il volume e la consistenza del corpo dell’utero; sempre al tatto è anche possibile individuare l’eventuale presenza di cisti.
Quando andare dal ginecologo. Questo tipo di esame non provoca dolore ed è consigliato, anche in assenza di disturbi, almeno una volta all’anno. Ogni visita dovrebbe concludersi con la palpazione del seno (e l’insegnamento dell’autopalpazione), che permette di individuare l’eventuale presenza di noduli.