Roma, 23 giu. (AdnKronos Salute) - Fuma in casa il 20% degli italiani, percentuale che arriva al 29% in Umbria e scende al 9% in Veneto. A mettere in guardia da questa abitudine sono gli esperti riuniti a Napoli per Ciot2016, la Conferenza internazionale di oncologia toracica, in corso a Napoli fino a sabato 25 giugno. Il fumo, ricordano, resta il principale alleato del tumore al polmone, che si conferma ancora un big killer.
"Se domani la popolazione mondiale decidesse di smettere di fumare - dice Filippo de Marinis, Past President Aiot - tra 20/30 anni il carcinoma polmonare risulterebbe abbattuto del 90%, un risultato che mai nessuna terapia potrà ottenere". Una lezione che dovrebbero imparare soprattutto le donne: "Il tumore del polmone cresce tra le donne perché continuano a fumare - avverte Cesare Gridelli , presidente dell’Associazione italiana oncologica toracica (Aiot) - ma l'aumento dell’incidenza della malattia in donne non fumatrici ci fa ipotizzare che ci sia anche una causa genetica e ormonale".
Da un’indagine condotta dall’Istituto superiore di sanità si scopre che su 100 italiani solo 79,6 pensano che le case siano 'libere da fumo', i restanti 20 ammettono che le loro abitazioni non sono 'no smoking': di più in Umbria, Molise e Campania, mentre i più bravi sono i veneti (solo il 9% fuma). L’appello rivolto dagli oncologi a tutti è di "liberare le case dal fumo, almeno per la salute di chi vi vive accanto". In Italia, secondo dati l’Istat , fuma il 19,5% degli 'over 14', mentre il 22,6 % ha smesso.