Roma, 28 ott. (AdnKronos Salute) - Gli antichi rimedi del passato si confermano vincenti contro alcune malattie e oggi hanno il via libera della scienza. A dimostrarlo è stato anche il Premio Nobel 2015 per la Medicina andato alla scienziata cinese Tu Youyou che ha scoperto l'antimalarico artemisinina, dopo aver lavorato su oltre 2.000 erbe mediche conosciute da millenni nella medicina tradizionale cinese. Ma sono tanti i principi attivi 'naturali' che ancora oggi aiutano la medicina: dal salasso con le sanguisughe all'oppio dei papaveri, dal chinino alla digossina estratta dalle foglie della digitale e utilizzata nel trattamento dell'insufficienza cardiaca congestizia. Queste gemme del passato - riporta la 'Bbc' - compongono un intero ramo della scienza dedicata allo studio della medicina tradizionale, l'etnofarmacologia.
Ecco i cinque antichi rimedi tornati di nuovo tra le 'armi' del medico che la scienza ufficiale ha sdoganato. Dalla linfa della pianta 'Euphorbia peplus', poco apprezzata perché infestante, è stato isolato il principio attivo che oggi ha dato vita ad un gel che è stato dimostrato essere efficace per fermare le lesioni. Le sanguisughe, poi, erano citate già dal medico greco Ippocrate come modo migliore per drenare l'eccesso di sangue. Nell'Ottocento erano uno dei rimedi più usati dai medici e in Francia ne venivano importante circa 40 mln ogni anno. Oggi in Galles sono tornare in auge per il trattamento post-chirurgico di innesti di pelle, dita e orecchie persi in incidenti. Questi Anellidi producono una proteina che blocca la coagulazione del sangue e permette di dare più tempo alle piccole vene di riformarsi attorno al tessuto.
Gli antichi Egizi e lo stesso Ippocrate raccomandavano di usare la corteccia dell' albero di salice per alleviare il dolore. La sua efficacia fu dimostrata da un studio del 1763 della Royal Society. Poi nel 1915 è stato sintetizzato il principio attivo dell'aspirina. Oggi ci sono tra i 700 e 1000 studi clinici che ne studiano le proprietà. E molti lavori la indicano come possibile risposta per la riduzione degli infarti e nella prevenzione del cancro.
La pianta 'Galanthus nivalis' o bucaneve contiene la sostanza galantamina oggi usata in molti farmaci che combattono la demenza e l'Alzheimer. Nei Paesi dell'Europa dell'Est la popolazione era solita sfregare il bucaneve sulle tempie per lenire il mal di testa. Oggi la galantamina è in molti farmaci sviluppati per rallentare il deterioramento cognitivo nei malati di Alzheimer.
Nell'antico libro medievale di preparazioni medicali 'Bald's Leechbook o 'Medicinale Anglicum', è citata la ricetta di un collirio miracoloso: un mix di aglio, vino, bile di mucca e cipolla.
L'intruglio doveva essere lasciato a riposare per 9 giorni e 9 notti. Ora i test hanno dimostrato che questo rimedio sarebbr in grado di uccidere in laboratorio i batteri dell'Mrsa più velocemente di molti antibiotici. "Abbiamo bisogno di sbarazzarci del pregiudizio sull'omeopatia e di dare ai vecchi rimedi conosciuti da millenni il credito che meritano", conclude Christina Lee, professore associato in studi vichinghi dell'Università di Nottingham.