È un atto respiratorio riflesso, cioè involontario. A scatenare il complesso meccanismo nervoso che lo provoca possono essere fame, noia e sonno. Durante lo sbadiglio, nella fase di inspirazione, si realizza una sequenza di movimenti che hanno lo scopo di favorire il passaggio dell’aria: si apre la bocca, con contrazione dei muscoli del viso, si alza la glottide, liberando il passaggio dell’aria in trachea, si contraggono i muscoli costali, provocando il sollevamento e l’allargamento della cassa toracica e la distensione del diaframma. L’espirazione dell’aria, più superficiale dell’inspirazione, vede il progressivo ritorno alla posizione iniziale, con la rapida espulsione dell’aria immessa.
A cosa serve. Quanto alla funzione dello sbadiglio, si ipotizza che sia un mezzo con il quale l’organismo cerca di reagire a uno stato di torpore e di riacquistare una condizione di vigilanza, grazie al maggiore afflusso di ossigeno nel sangue e da qui al cervello.