L’anestesia peridurale è una forma di ‘anestesia locoregionale’ che permette di eliminare la sensibilità al dolore della donna durante il parto, ma la mantiene cosciente.
Comporta l’iniezione di un anestetico nello spazio peridurale, la zona compresa tra il tessuto di rivestimento interno delle vertebre e la dura madre, che è la membrana di rivestimento del midollo spinale. Per effettuarla si usa un ago, lungo e sottile, detto ago di Tuohy, che viene inserito tra la seconda e la terza vertebra lombare (o tra la terza e la quarta), in prossimità dei nervi periferici che raccolgono gli stimoli dolorosi per trasmetterli al midollo spinale.
L’introduzione dell’ago viene effettuata dopo una lieve anestesia locale.
La donna non avverte alcun dolore, neppure nelle fasi preparatorie. Durante l’applicazione è necessario stare distese su un fianco, poi è possibile assumere qualsiasi posizione, compiere qualunque movimento e se lo si desidera, camminare. “Sono disponibili ampi dati nella letteratura medica che dimostrano la sicurezza dell’anestesia epidurale sia per la madre sia per il bambino - dice il prof. Luigi Fedele, primario del reparto di Ostetricia e ginecologia della Clinica Mangiagalli di Milano-. In ogni caso, è necessario che queste procedure vengano eseguite da un anestesista qualificato che gestisca il caso in collaborazione con il ginecologo, che provvederà a controllare il benessere fetale con un monitoraggio cardiotocografico”. Per quanto riguarda la madre – continua Fedele – “talvolta possono presentarsi effetti collaterali all’anestesia quali: ipotensione materna, lombalgie, cefalea, prurito e formicolii agli arti inferiori, sapore metallico in bocca”. |