La malattia di Crohn è un'infiammazione cronica dell'intestino. È quasi sconosciuta nel terzo mondo e in costante aumento nei Paesi occidentali: un articolo del 1973 pubblicato sul New England Journal of Medicine dimostrava un aumento di 20 volte dell'incidenza della malattia fra il 1940 e il 1970. Inoltre, se fino ai primi anni 50 non c'erano segnali di casi di Crohn fra gli adolescenti, oggi un nuovo caso su sei viene diagnosticato in persone che non hanno ancora compiuto 20 anni.
La malattia si manifesta prevalentemente in tre fasce d'età: fra 7-8 anni, fra i 25-35 anni e oltre i 55 anni. I sintomi sono dolori addominali a volte acutissimi, associati a diarrea a volte sanguinante (nelle fasi acute si possono avere anche 10 scariche incontenibili al giorno), febbre, perdita di peso, nei bambini sono associati spesso a ritardo nella crescita, nausea, vomito, astenia, flatulenza. Possono comparire periodi in cui i sintomi sono in remissione, ma poi la malattia si riacutizza.
In circa il 10-20% dei casi l'andamento diventa drammatico: il processo infiammatorio può creare la perforazione della parete, o restringimenti dell'intestino fino all'ostruzione o addirittura all'occlusione, cioè all'ostruzione completa. In alcuni casi queste lesioni sono tanto gravi da imporre ripetuti interventi chirurgici o costringere all'amputazione del retto e di parte dell'intestino, e alla creazione chirurgica di un ano artificiale nell'addome (ano preter naturale).
Il morbo di Crohn aumenta inoltre considerevolmente il rischio di tumore dell'intestino tenue e del colon, e studi epidemiologici dimostrano che fra i malati di Crohn sono più frequenti malattie come artrite, asma, bronchite, psoriasi e pericardite.