Per Hokkaido, la più settentrionale delle quattro isole maggiori del Giappone, la "fase 2" si è trasformata in un inquietante déjà-vu. Dopo un contenimento esemplare e precoce dell'epidemia di COVID-19, il governatore locale ha stabilito un allentamento del lockdown, in risposta alle pressanti necessità economiche. Ma a 26 giorni dal provvedimento, l'isola si è ritrovata investita da una seconda ondata di infezioni, persino peggiore della prima; e ha dovuto chiudere tutto di nuovo. Che cosa è andato storto?
lezione amara. A ricostruire per il Time la vicenda è il dottor Kiyoshi Nagase, a capo dell'Hokkaido Medical Association: la speranza è che quanto accaduto nell'isola giapponese possa servire da monito ai Paesi che stanno tentando una ripresa dopo le settimane di lockdown per COVID-19. L'autocritica di Nagase è di aver alleggerito le restrizioni troppo presto e troppo velocemente. Questo, insieme a un falso senso di sicurezza dato dalla diminuzione dei casi, avrebbe favorito una nuova, subdola circolazione del coronavirus SARS-CoV-2.
Festa d'inverno. Quella dell'Hokkaido è una prefettura abitata soltanto da 5,3 milioni di persone, distribuite su un vasto territorio montuoso e noto per le bellezze naturali. Tuttavia, il 31 gennaio 2020 due milioni di persone si sono ritrovate a Sapporo per il tradizionale Festival della Neve, un carnevale invernale che richiama anche molti turisti cinesi in vacanza per il nuovo anno lunare. Si pensa sia stato questo l'evento catalizzatore del contagio. Durante il festival i medici di Hokkaido hanno soccorso una prima paziente, una donna di Wuhan con sintomi polmonari. Il 28 febbraio i casi di COVID-19 erano ormai 66, e il governatore Naomichi Suzuki ha dichiarato lo stato di emergenza.
Le scuole sono state chiuse, così come la maggior parte dei ristoranti e delle altre attività commerciali - e questo, nonostante l'invito al lockdown non possa essere imposto per via legale, in Giappone: sta al buon senso degli (obbedienti) cittadini aderire. Quella dell'Hokkaido è stata una virtuosa eccezione. Il governo nazionale giapponese è stato molto criticato per la risposta tardiva all'emergenza COVID-19, con i primi lockdown scattati in 7 altre prefetture soltanto il 7 aprile. Ora il Giappone registra circa 12.400 casi di infezione, ma i contagi sono raddoppiati nelle ultime due settimane.
Le ragioni economiche. Il lockdown ha avuto effetti disastrosi sui due settori-traino dell'economia dell'isola di Hokkaido, agricoltura e turismo. Con i ristoranti e le scuole chiuse, i coltivatori hanno dovuto guardare marcire i loro raccolti. Una cinquantina di aziende impegnate nella lavorazione del cibo sono fallite, e con i comprensori sciistici chiusi e le restrizioni sugli spostamenti, gli alberghi hanno visto cancellate praticamente tutte le prenotazioni.
Il 18 marzo, di fronte a una situazione non più sostenibile e al numero di nuovi casi a una sola cifra, si è decisa per l'uscita dallo stato di emergenza. Molte scuole sono rimaste chiuse così come diverse strutture pubbliche, e ai residenti è stato chiesto di limitare le interazioni sociali. Ma gli esperti hanno lavorato senza sufficienti informazioni sulla diffusione del SARS-CoV-2, considerata simile a quella dell'influenza. E mentre controllavano il turismo esterno, non hanno considerato l'effetto-boomerang del turismo domestico.
Ricaduta. L'annuncio della fine delle restrizioni è stato dato alla vigilia di un weekend lungo, durante il quale i cittadini si sono riversati nelle strade e nei ristoranti per festeggiare la fine del lockdown. Molti giapponesi hanno approfittato delle regole più rilassate che erano state imposte in Hokkaido per raggiungerlo, e lo stesso hanno fatto gli studenti fuori sede, dopo la cancellazione delle lezioni nel resto del Giappone, e i lavoratori stagionali che in questo periodo dell'anno arrivano in Hokkaido da Tokyo o Osaka.
È stata probabilmente la migrazione domestica a riportare sull'isola la COVID-19. Il 9 aprile, a tre settimane da fine lockdown, si è registrato il numero record di 18 nuovi casi in un giorno; il 14 aprile c'erano 279 casi complessivi, l'80% in più rispetto alla metà di marzo. Il 22 aprile, i casi erano 495. Ora l'Hokkaido si prepara per una più lunga chiusura, e spera che il suo esempio sia recepito in altre parti del Giappone e del mondo. Il rischio di un allentamento imprudente delle restrizioni è il ritorno a una situazione anche peggiore - il rischio, è dover rifare tutto daccapo.