Tutti, a qualunque età, abbiamo cellule giunte al termine della propria vita: sono le cellule senescenti, fragili, danneggiate e capaci di favorire malattie come artrite, problemi cardiaci e diabete.
Un gruppo di ricercatori olandesi ha messo a punto una molecola capace di sbarazzarsi di questi "pesi morti" senza effetti collaterali sulle cellule sane. I topi trattati in laboratorio hanno manifestato in pochi mesi alcuni sorprendenti effetti di ringiovanimento e vari benefici sulla salute.
Fuori gioco. Di norma il Dna delle cellule senescenti attira una proteina, chiamata p53, incaricata di sbarazzarsene. Tuttavia un'altra proteina, la FOXO4, si lega alla "spazzina" impedendole di fare il suo lavoro. I ricercatori dell'Erasmus University Medical Centre (Rotterdam) hanno creato una versione artificiale della FOXO4 che non si lega alla p53 e la lascia libera, spingendo le cellule senescenti a "commettere suicidio" e risparmiando di fatto quelle sane.
Effetti visibili. I topi trattati per 10 mesi, tre volte alla settimana, con infusioni della molecola hanno mostrato un pelo più folto, minori danni renali e in generale una maggiore vitalità. L'esperimento ha funzionato sia su roditori ingegnerizzati per invecchiare rapidamente, sia su topi anziani.
Anche per noi? Servirà tempo per capire se il trattamento possa funzionare anche sull'uomo, con quale tipo di somministrazione e con quali effetti collaterali. Intanto, verrà sperimentato su alcune forme di cancro, come il glioblastoma, un tumore cerebrale le cui cellule condividono alcune somiglianze con quelle senescenti.