Metà delle emicranie croniche e almeno un quarto di tutte le cefalee sembra possano essere causate dai farmaci che assumiamo per alleviare il dolore. Secondo quanto riporta il neurologo Stephen D. Silberstein, direttore del Jefferson Headache Center dell'Università di Jefferson (Philadelphia, Usa) spesso chi soffre di cefalea e, soprattutto, chi è affetto da emicrania, assume troppi analgesici; e se il disturbo si aggrava progressivamente o la frequenza degli attacchi aumenta, la colpa è quasi sempre da ascrivere all'abuso di tali farmaci. Il che non ha nulla a che vedere con il numero di pillole che ingeriamo per estinguere un attacco, ma piuttosto con la frequenza con la quale ricorriamo ai medicamenti: secondo l'International Headache Society, il meccanismo perverso delle ricorrenze si instaurerebbe quando l'analgesico viene assunto 15 o più volte al mese. Siamo anche noi vittime della cura? L'unico modo per scoprirlo, purtroppo, è quello di sospendere qualsiasi medicina contro la cefalea, e avere la pazienza di attendere almeno due mesi, tempo che in genere occorre per apprezzare un eventuale miglioramento.