Le cellule cancerose con mitocondri difettosi e recanti mutazioni risultano due volte e mezzo più sensibili alle immunoterapie e sono quindi più facili da eliminare. Una ricerca appena pubblicata su Nature Cancer mette in luce un insolito punto debole dei tumori che potrà essere sfruttato per meglio individuare i pazienti più idonei a certi trattamenti, e per rendere le immunoterapie contro il cancro ancora più efficaci.
Cellule tumorali più sensibili. I mitocondri sono organelli presenti in ogni cellula vivente dotati di un proprio DNA, il DNA mitocondriale. Svolgono il ruolo di centraline energetiche, perché producono una molecola - l'ATP (adenosina tri-fosfato) - che trasporta e fornisce energia per le funzioni cellulari. Metà dei tumori presenta cellule con DNA mitocondriale mutato, e ora per la prima volta si scopre che questa caratteristica potrebbe essere sfruttata a nostro vantaggio. Quando gli scienziati del Cancer Research UK Scotland Institute e del Memorial Sloan Kettering Cancer Centre (USA) hanno provato a riprodurre queste mutazioni in laboratorio, hanno infatti scoperto che le cellule tumorali che presentavano il più alto numero di mutazioni risultavano due volte e mezzo più sensibili all'immunoterapia.
Attacco alle cellule cancerose. I ricercatori vorrebbero ora approfittare di questa caratteristica per far sì che i tumori rispondano meglio alle cure oncologiche. L'immunoterapia provata nello studio si basa sul farmaco Nivolumab, che allenta i freni del sistema immunitario per attaccare le cellule cancerose e che è attualmente usato per trattare diversi tipi di tumore, come quello ai polmoni, il melanoma, il cancro al fegato e all'intestino.
Immunoterapia più efficace. Una possibilità potrebbe essere rendere i test delle mutazioni del DNA mitocondriale un esame di routine per i pazienti che devono sottoporsi a cure oncologiche, per capire chi potrebbe rispondere meglio alle immunoterapie. Ma se si trovasse il modo di imitare gli effetti di queste mutazioni del DNA mitocondriale sulle cellule malate, si potrebbero rendere i tumori più sensibili alle immunoterapie e ottenere la guarigione in un maggior numero di casi.