Milano, 26 lug. (AdnKronos Salute) - Le uova crude tornano nei menu del Regno Unito e anche le donne incinte le potranno mangiare. A riabilitarle sono le autorità governative della sicurezza alimentare che per la prima volta dopo 15 anni hanno deciso di mettere mano al loro avviso decretando la fine dell''embargo' dalle tavole dei cittadini, anche quelli più fragili. Questo perché norme più restrittive sugli standard igienici all'interno degli allevamenti di galline hanno fatto sì che le uova britanniche con il marchio 'Red Lion', una sorta di bollino di garanzia della sicurezza alimentare, diventassero libere dal batterio della salmonella (associato nell'uomo al consumo di uova crude).
Batterio che, quando all'inizio di questo secolo è stato emanato l'ultimo 'veto' alla versione cruda, si stimava fosse presente in un uovo su 700. Il picco delle contaminazioni si era toccato a fine anni '80. Da qui la decisione di procedere con il giro di vite sui consumi alimentari dei sudditi della Regina: l'avviso precedente segnalava il rischio di intossicazione alimentare legato al consumo di uova crude, con tuorli liquidi, o di alimenti crudi o poco cotti contenenti uova.
Con il nuovo rapporto, segnala il 'Telegraph', arriva invece il contrordine: sì alle uova 'Red Lion' (e a quelle prodotte secondo regimi di sicurezza equivalenti) servite crude o poco cotte anche a gruppi vulnerabili come donne incinte, anziani e giovanissimi, per i quali finora erano 'off limits'.
La Food Standards Agency ha spiegato che l'eradicazione della salmonella tra le uova Red Lion può essere attribuita a regole "garanzia di qualità": le vaccinazioni contro i due principali tipi di salmonella, il mantenimento delle uova al fresco durante il trasporto dalle fattorie ai punti vendita al dettaglio, l'innalzamento dei controlli, e il miglioramento dell'igiene negli allevamenti, compreso il controllo dei roditori. Proprio per questo l'Agenzia precisa che: "Le uova prodotte in regimi diversi dall''Uk Lion Code' (e dai suoi equivalenti) o ancora le uova di specie diverse dalle galline (quaglia, anatra e così via) comportano un rischio più elevato di contaminazione da salmonella e non dovrebbero essere utilizzate per cibi crudi o poco cotti".