Roma, 17 set. (AdnKronos Salute) - Il trapianto di grasso per essere più belli ha compiuto 30 anni, ma negli ultimi anni è diventata una tecnica sempre più apprezzata, tanto che in Italia nel 2014 è cresciuta del 20% raggiungendo quota 28.500 interventi e diventando il quarto più praticato dopo la liposuzione, l'aumento del seno e la blefaroplastica. Sono i dati dell'indagine dell'Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe). È l’innesto di grasso, chiamato anche lipofilling, l’intervento che consente di rimodellare i volumi di viso, seno e corpo prelevando le cellule adipose del paziente e re-iniettandole dove serve.
Inoltre il grasso trapiantato contiene una percentuale di cellule staminali che rivitalizzano i tessuti con un effetto di ringiovanimento visibile. Infatti dopo l’intervento si apprezza un visibile miglioramento della qualità della pelle. Negli anni le procedure per il lipofilling si sono evolute, rendendo l’intervento più preciso: oggi si utilizzano tecnologie di ultima generazione che consentono le simulazione 3D dell'intervento in grado di anticipare al medico e al paziente il risultato finale.
"Fin dal 1990 la chirurgia estetica - spiega Chiara Botti, chirurgo plastico dello staff di Villa Bella Clinic, il centro fondato da Giovanni Botti, chirurgo plastico e presidente onorario dell’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe) - ha cominciato a perfezionare le tecniche per l’autotrapianto di grasso, ma è negli ultimi 10-15 anni che il lipofilling ha avuto grande diffusione".
"Gli utilizzi del trapianto di grasso sono svariati - ricorda Antonio Cella, chirurgo plastico - In un solo intervento si può togliere il grasso là dove ce n’è troppo, rimodellando così la silhouette (per esempio pancia e fianchi), e iniettarlo dove ce n’è bisogno. Di solito nelle aree che si svuotano con l’invecchiamento, come il viso, per ripristinare i volumi, ma anche sul seno, per piccoli aumenti e per correggere asimmetrie o in combinazione con un intervento di mastoplastica additiva per perfezionare il risultato. È utilizzato anche nel corpo, per correggere lievi difetti, depressioni o esiti di cicatrici".
I vantaggi, rispetto ad altre tecniche che prevedono l’impianto di protesi o l’utilizzo di materiali iniettabili come filler, sono diversi: "Il materiale utilizzato è autologo, quindi non presenta rischi di rigetto - osserva Cella - l’intervento è poco traumatico, perché si opera con sottili cannule, e i tempi di recupero sono rapidi".