Roma, 17 apr. (AdnKronos Salute) - Dal più odiato, il grasso potrebbe diventare il tessuto più amato. "Gran parte della responsabilità dell'invecchiamento di un volto dipende dalla perdita di massa grassa - afferma Mario Pelle Ceravolo, presidente dell'Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (Aicpe) - Il tessuto adiposo va diminuendo nel tempo, il volto si svuota e appaiono depressioni e rughe; gli occhi si incavano e diventano tristi e vecchi. Fino ad alcuni anni fa rimuovevamo pelle e grasso dalle palpebre per ringiovanirle, ora facciamo spesso il contrario. E cioè togliamo solo la poca pelle in eccesso, e spesso iniettiamo del grasso per rendere gli occhi più pieni, più freschi, più naturali e più giovani".
Anche i dati confermano che gli interventi di trapianto di grasso autologo (cioè della stessa persona) sono sempre più apprezzati dai pazienti: in Italia nel 2014 hanno registrato un salto in avanti del 20% rispetto all'anno precedente, raggiungendo quota 28.500 interventi e diventando così il quarto intervento più praticato dopo liposuzione, aumento del seno e blefaroplastica (indagine Aicpe). E' una delle principali novità emerse a Firenze, durante il 3° congresso Aicpe a cui hanno partecipato 260 chirurghi plastici e importanti ospiti internazionali. Tra gli altri James Grotting, presidente dell'American Society for Aesthetic and Plastic Surgery (Asaps), Nazim Cerkes (vice presidente International Society for Aesthetic Plastic Surgery (Isaps) e Dirk Richter (futuro presidente Isaps).
"Sono entusiasta del livello scientifico di questo meeting, che non ha nulla da invidiare ai congressi più qualificati che si tengono negli Usa - ha affermato Grotting, presidente della più importante associazione di chirurghi estetici del mondo - Da ambedue le parti dell'Oceano siamo giunti alle stesse conclusioni: il trapianto di grasso rappresenta una tecnica a bassissimo rischio e a impegno postoperatorio minimo per il paziente, e offre grandi possibilità ed enormi potenzialità future grazie alle cellule staminali contenute".
Il turco Cerkes ha parlato di rinoplastica sottolineando come anche in questo intervento, come nella blefaroplastica, la tendenza attuale tende a rimuovere meno, a scavare meno il dorso e creare nasi sempre più naturali e senza quelle stimmate chirurgiche che hanno caratterizzato per molti anni questo intervento. Richter, tedesco, ha parlato di come trattare i devastanti effetti che spesso soffrono i pazienti obesi dopo un'importante perdita di peso: "Sono interventi di ricostruzione estetica complessi - precisa - che però raggiungono risultati ottimali e restituiscono molte persone che si sentivano emarginate a una normale vita sociale".
"Un congresso di altissimo livello - conclude Pelle Ceravolo - nel quale abbiamo privilegiato da una parte l'insegnamento ai più giovani, con l'idea di creare una nuova classe medica di elevata preparazione, e dall'altra gli scambi scientifici con gli amici americani, europei e asiatici: un vero e proprio congresso mondiale".