Salute

Calcoli della prostata di 9.000 anni fa

Una sepoltura del Mesolitico sposta indietro nel tempo un'infezione batterica che si riteneva tipica dell'età moderna.

Sono di un individuo anziano vissuto più di 9.000 anni fa i calcoli della prostata, rinvenuti in una sepoltura nel cimitero preistorico di Al Khiday, nel Sudan centrale, lungo la sponda sinistra del Nilo Bianco.

I calcoli, due dei quali di dimensioni rilevanti (3 centimetri di diametro con circa 12-15 grammi di peso e uno più piccolo), sono stati studiati al microscopio a scansione elettronica (SEM) e in diffrazione ai raggi X: le analisi, condotte da Lara Maritan, Gilberto Artioli e Gregorio dal Sasso (Dip. di Geoscienze dell'Università di Padova), hanno permesso di escludere forme di calcolosi più comuni tra le patologie delle popolazioni preistoriche, come quella renale.

Sembra invece che i calcoli abbiano avuto origine da infiammazioni batteriche: la scoperta conferma come alcuni agenti patogeni (per esempio Escherichia coli e Klebsiella, all'origine di patologie quali la prostatite batterica) siano molto antichi, in contrapposizione a una scuola di pensiero che vuole l'origine di molte malattie che affliggono l'uomo (inteso come individuo maschile) collegata all'avvento dell'economia di produzione, ossia al momento in cui si sono fatti più stretti i rapporti tra uomo e animale, spesso vettore di infezioni batteriche.

Società sana. L'individuo è stato rinvenuto nello scavo di un'area cimiteriale investigata per circa 1.500 metri quadri dalla missione archeologica italiana diretta da Donatella Usai e Sandro Salvatori (Centro Studi Sudanesi e Sub-Sahariani di Treviso).

A oggi gli scavi hanno portato alla luce 200 sepolture, che gli archeologi fanno risalire a differenti tappe dell'evoluzione delle civiltà (pre-Mesolitico, Mesolitico, Neolitico e Meroitico). La peculiarità della necropoli è nelle sepolture di epoca pre-Mesolitica: la maggior parte degli inumati è sepolta in posizione allungata ma prona, un rituale inusuale, riscontrato molto raramente e in altre parti del mondo.

Le sepolture non hanno potuto essere datate con il metodo classico del radiocarbonio, perché i sedimenti sono fortemente deteriorati dal punto di vista chimico e fisico: sono state invece le indicazioni stratigrafiche a suggerire che l'area cimiteriale è precedente a un vicino abitato che si fa risalire a circa 9.000 anni fa.

Gli studi antropologici condotti da Tina Jakob (Durham University, UK) hanno rivelato che la popolazione pre-Mesolitica di Al Khiday era sostanzialmente sana, composta da individui robusti, alti e con un numero limitato di patologie (soprattutto lesioni delle ossa, consunzione e carie dentali). La scoperta dell'antica convivenza con alcuni ceppi batterici (descritta su Plos One) serve una volta di più a sottolineare l'importanza degli studi sul campo.

31 gennaio 2017 Focus.it
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