Diecimila cartelle cliniche digitali aggiornate 24 ore su 24, per predire l'insorgenza di cancro e malattie cardiovascolari: è il nuovo, ambizioso progetto lanciato da Verily, l'azienda di Big G specializzata in scienze della vita.
Grande fratello (medico). L'iniziativa chiamata Project Baseline prevede di raccogliere, per i prossimi quattro anni, i dati genetici e sul microbioma di 10 mila volontari americani, che saranno sottoposti ogni anno a un check-up medico dettagliato (con analisi del sangue, delle urine, della saliva e delle lacrime).
Un apposito tracker - una sorta di orologio dal profilo discreto, da ricaricare soltanto una volta a settimana - monitorerà battito cardiaco, attività fisica e conduttanza cutanea (ossia la resistenza elettrica della pelle determinata dal sudore), mentre un apposito sensore misurerà durata e qualità del sonno. Una app invierà questionari periodici ai volontari, ne valuterà le prestazioni cognitive e restituirà periodicamente alcuni risultati.
Miniere di dati. Non è la prima volta che un grande campione di popolazione viene coinvolto in uno studio su larga scala. Prima d'ora ci sono stati, per esempio, il Framingham Heart Study, che dal 1948 ha raccolto i dati su alimentazione e stile di vita di tre generazioni di persone (15 mila in tutto) e ha permesso di capire come tutto ciò incida sul rischio di malattie cardiovascolari; o la Women's Health Initiative, lanciata nel 1993 per studiare le conseguenze della menopausa sulla salute di 161.000 donne.
Esercizio di fiducia. Quello di Google si propone però di colmare, con l'aiuto della tecnologia, i limiti dei questionari di autovalutazione, sui quali gli studi citati si sono basati (e che nel Project Baseline avrebbero un ruolo marginale). Tuttavia, per alcuni l'iniziativa potrebbe peccare di ottimismo.
I limiti. I dispositivi di wearable technology finora non si sono rivelati sempre affidabili nel monitorare la salute e le abitudini degli utenti. Un adulto su tre li abbandona entro sei mesi, e i parametri registrati variano molto a seconda delle caratteristiche tecniche dei tracker.
Troppo pochi. Inoltre, 10.000 persone non rappresentano un campione particolarmente ampio, considerate anche le possibilità economiche e la diffusione di Google. Non lo è, soprattutto, visto che gli obiettivi della missione non sono specifici, e l'archivio digitale, con i dati resi anonimi, dovrebbe servire da base per una moltitudine di studi diversi (sotto il generico ombrello di "ricerca contro il cancro e per la salute del cuore").
Quando si tratta di ricerca, le raccolte dati prospettiche, cioè con un obiettivo, funzionano meglio di quelle retrospettive, a meno che queste ultime non abbraccino un campione molto più ampio di quello finora annunciato.
Più vulnerabili? A chi invece si preoccupa della privacy digitale, Verily fa sapere che i dati saranno criptati, resi anonimi e usati ai soli fini di ricerca, senza essere venduti a compagnie assicurative o a scopi pubblicitari.