Negli Stati Uniti, per ogni quattro decessi legati alla covid, un bambino ha perso un genitore o un tutore (spesso chiamato con il termine inglese caregiver) primario: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Pediatrics, che ha evidenziato una grande disparità tra bianchi e minoranze etniche. Secondo i dati, raccolti tra aprile 2020 e giugno 2021, sono oltre 140.000 i minori di 18 anni che hanno perso un genitore o un adulto che provvedeva alla loro tutela. In totale, negli Stati Uniti, un bambino su 500 è diventato orfano (ovvero, secondo la definizione dell'UNICEF, ha perso uno o entrambi i genitori) o è rimasto senza il proprio tutore legale. «È importante pensare alle conseguenze di queste perdite, e comportarsi di conseguenza ora e nel futuro post-pandemia», sottolinea Susan Hillis, coordinatrice dello studio.
Questione di etnia. Prima di guardare in profondità ai dati, è importante sottolineare che lo studio non ha preso in considerazione solo le morti causate direttamente dalla covid, ma anche quelle dovute alle restrizioni imposte dalla pandemia, come la sospensione delle cure di routine o un minore accesso alle terapie per malati cronici. Detto ciò, è comunque emersa una notevole differenza tra le diverse etnie del Paese, già evidente guardando al conteggio dei morti per covid.
A pagare il prezzo maggiore sono stati i figli dei nativi americani, che hanno avuto 4,5 volte le probabilità di un coetaneo bianco di perdere un tutore o un genitore. Al secondo posto i neri americani (2,4 volte) e al terzo gli ispano americani (1,8 volte). Nonostante le minoranze etniche rappresentino, appunto, una minoranza della popolazione statunitense (il 39%), lo studio ha evidenziato che i figli di ispanici, nativi o neri, rappresentavano il 65% di tutti i bambini colpiti dalla perdita di un tutore o un genitore.
Pensare a chi rimane. I risultati di questa ricerca sono in linea con quanto rilevato da uno studio globale pubblicato su The Lancet a luglio scorso, secondo il quale nel mondo 1,5 milioni di bambini ha perso un caregiver primario o secondario nei primi 14 mesi di pandemia. «Spesso pensiamo all'impatto della covid in termini di numero di vite perse a causa della malattia, ma è importante anche occuparsi delle conseguenze più ampie, sia per chi se ne va sia per chi rimane», conclude Charles A. Nelson, uno degli autori dello studio pubblicato su Pediatrics.