Salute

Atleti professionisti e vegani: si può?

Prestazioni sportive di alto livello possono andare di pari passo con una dieta priva di prodotti animali? Come assicurarsi di aver assunto tutti i nutrienti necessari?

Benché sempre più persone scelgano di abbracciare uno stile di alimentazione vegano, rimane per molti difficile immaginare un atleta di alto livello che rinunci a carne, uova e latticini. Eppure negli ultimi anni, diversi sportivi famosi sono passati a questo tipo di alimentazione, riportandone benefici: sono vegane le sorelle Serena e Venus Williams, lo è il rugbista Mirco Bergamasco, lo diventò, nella seconda parte della sua carriera, il campione olimpico Carl Lewis.

Ma una dieta che escluda ogni prodotto e derivato animale è compatibile con lo stress imposto dalle performance sportive? Proviamo a fare il punto sulla delicata questione grazie a un articolo pubblicato su The Conversation.

Precedenti studi sul tema sostengono che i vegani assumano meno proteine e grassi dei non vegani, e che possano soffrire di carenza di vitamina B12, una sostanza contenuta in carne, pesce e latticini la cui mancanza può causare anemia, debolezza e problemi nel tono dell'umore. Senza latte e formaggi possono mancare anche calcio e iodio, mentre l'assenza di pesce può limitare l'apporto di omega-3, gli acidi grassi essenziali (che si trovano però anche in semi e noci). Ma una dieta a base vegetale può essere anche più ricca di fibre, carboidrati e vitamine o minerali importanti. Ecco dunque quali criticità potrebbero aprirsi.

Calorie. Poiché le fibre vegetali tendono a creare un effetto di sazietà, può risultare difficile assumere una quantità adeguata di calorie in situazioni in cui il dispendio energetico è alto (ci si sente già "pieni", e si smette di mangiare). Frequenti snack molto energetici (frutta secca o disidratata) e pasti più piccoli possono aiutare a risolvere il problema.

Proteine. Sono indispensabili per muscoli sani, e per riprendersi da uno sforzo fisico intenso: in caso di dieta vegana, l'importante è variare le fonti proteiche introdotte. Legumi come lenticchie, fagioli, piselli, e cereali come orzo, avena e grano contengono amminoacidi - i mattoni essenziali delle proteine - di diverso tipo: è quindi importante assicurarsi di diversificare le fonti proteiche durante il giorno.

Micronutrienti. Semi di lino e noci possono fornire gli omega-3, mentre l'aggiunta di alghe alla dieta può aiutare a combattere le infiammazioni dovute a un allenamento intenso. Iodio, calcio, ferro e zinco possono essere integrati grazie a una dieta variegata, per la vitamina B12 si può ricorrere a un integratore.

Insomma atleti professionisti possono essere vegani, ma occorre programmare i pasti con molta attenzione. Cosa che d'altronde fanno anche gli atleti professionisti onnivori.

5 ottobre 2017 Elisabetta Intini
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