Alcuni tipi di tumore sembrano "ghiotti" di determinate sostanze che assumiamo con il cibo. È il caso dell'asparagina, un composto presente negli asparagi, nel pollame, nei frutti di mare e in altri comuni alimenti, favorirebbe, nei topi con tumore al seno, la diffusione delle cellule malate verso altri tessuti.
Bloccando l'attività di questa sostanza, o riducendone drasticamente il consumo, il numero di tumori secondari nei roditori è calato drasticamente: la propagazione di cellule maligne alle ossa, al cervello e ai polmoni è una delle principali cause di morte in pazienti con questo tipo di tumore. La scoperta del Cancer Research UK Cambridge Institute è stata pubblicata su Nature.
Mattone da costruzione. L'asparagina è un amminoacido prodotto naturalmente dal corpo umano come costituente base delle proteine, e presente anche in un'ampia gamma di alimenti: oltre agli asparagi, la contengono patate, noci, legumi, soia, manzo, pollame, pesce, uova.
Gli scienziati hanno provato a bloccare la sua azione, farmacologicamente, in topi affetti da forme aggressive di tumore al seno: senza questa sostanza a disposizione, il tumore è avanzato in modo meno aggressivo. Anche le diete povere di asparagina hanno dato risultati, seppure più modesti.
Esaminati alcuni database su cellule tumorali umane, i ricercatori hanno rilevato che i tumori che producono grandi quantità di asparagina sono anche quelli che si diffondono più velocemente: oltre a quello del seno, vale per alcuni tumori cerebrali, del collo e dei reni. Questo composto renderebbe le cellule cancerose più abili nel diffondersi ad altri tessuti attraverso la circolazione sanguigna, mentre non avrebbe alcun ruolo nel facilitare l'insorgenza di tumori.
No fai-da-te. Se questo meccanismo dovesse valere anche per l'uomo (ed è ancora tutto da dimostrare) i pazienti sottoposti a trattamenti potrebbero essere incoraggiati a diminuire l'assunzione di certi alimenti. Come sempre, ricordiamo ai nostri lettori che non esiste un metodo fai-da-te per prevenire o curare il cancro, e se qualcuno afferma il contrario è in malafede.
Di tutto un po'. Inoltre, poiché l'asparagina è così onnipresente nell'alimentazione umana, occorrerebbe bloccarne l'azione farmacologicamente, magari con più molecole mirate, in concomitanza a trattamenti chemioterapici. Ma prima che i suoi effetti siano confermati, l'alternativa migliore per i pazienti è attenersi a una dieta sana e varia, ricca di frutta, verdura e legumi, e povera di carni processate e cibi molto grassi e zuccherati. Questo è il modo migliore per mantenersi in forze durante le terapie.