Un modello computerizzato simula l'ambiente dell'utero materno e potrebbe aiutare a dosare con precisione i farmaci per controllare le contrazioni.
Anche Leonardo da Vinci ha studiato il feto all'interno del grembo amterno. |
Può un computer venire incontro alle mamme che rischiano un parto prematuro? Secondo recenti studi pare proprio di sì. Utilizzando le ultime innovazioni in ambito informatico, Arun Holden dell'università di Leeds è riuscito a riprodurre sul computer un ambiente del tutto simile all'utero materno. Partendo dalle conoscenze attuali riguardanti l'interazione dei muscoli intorno all'utero nelle fasi subito precedenti il parto, il medico è riuscito a riprodurre virtualmente tutte le caratteristiche delle contrazioni. In questo modo si sono create le condizioni per poter studiare a fondo cosa accade e che tipo di processo si crea tra le varie cellule dei muscoli uterini nella fase precedente il parto vero e proprio.
Fretta di uscire. Conoscere queste dinamiche è molto importante: può aiutare, infatti, a capire in tempo quando una donna sta per iniziare il travaglio e, nel caso fosse prematuro, indicare ai medici i tempi e i modi migliori d'intervento per rallentarlo. Oggi quasi un bambino su dieci nasce prematuro e non sempre se ne conoscono le cause. Per impedirlo esistono appositi farmaci che rallentano le contrazioni, ma queste non sono sempre individuabili al momento giusto. Attraverso questo simulatore, si spera, quindi, di poter individuare sul nascere le contrazioni, semplicemente misurandone gli stimoli con appositi elettrodi posti sull'addome. Forse è davvero un nuovo passo avanti per rendere sempre più sicuro uno dei momenti più magici ma anche rischiosi della vita di una donna.
(Notizia aggiornata al 12 marzo 2004)