Milano, 19 ago. (AdnKronos Salute) - Imporre un limite all'uso globale di antibiotici, che non superi una media di meno di 9 dosi giornaliere pro capite l'anno. A chiederlo è un gruppo di esperti di Usa, Gran Bretagna e Cina che, dalle pagine di 'Science', lanciano un appello e avvertono sull'urgenza di misure per arginare l'aumento dei superbatteri resistenti ai farmaci. L'invito rivolto ai leader mondiali è quello di riunirsi il mese prossimo per un meeting speciale delle Nazioni Unite su questa emergenza. Con una missione: prendere delle decisioni e agire su più fronti per ridurre la minaccia rappresentata dal fenomeno della resistenza.
"Noi proponiamo che nessun Paese consumi di più rispetto all'attuale livello medio globale: 8,54 dosi definite giornaliere pro capite all'anno", scrivono gli esperti. "Stimiamo che questo" limite "abbasserebbe l'uso complessivo" di antibiotici "del 17,5%". Ulteriori riduzioni, continuano gli esperti, "potrebbero essere ottenute attraverso campagne pubbliche rivolte a medici e pazienti, per scoraggiare l'utilizzo inadeguato di antibiotici, soprattutto in risposta all'influenza stagionale", che è di origine virale e non si contrasta con questi farmaci.
Nel loro intervento sulla rivista scientifica, gli specialisti parlano poi di "margini considerevoli" per ridurre l'uso di antibiotici in agricoltura. Per gli esperti la 'deadline' opportuna per risolvere il problema sarebbe di 5 anni, data l'urgenza della questione. E così si potrebbe scongiurare in gran parte l'aumento del 67% dell'uso di antibiotici per gli animali da allevamento prospettato tra il 2010 e il 2030.
Un'altra priorità urgente individuata è quella della presenza di antibiotici negli scarichi, provenienti dalla produzione farmaceutica, dall'attività agricola e dai rifiuti ospedalieri. Il rischio è che entrino nei fiumi, contribuendo alla formazione di geni resistenti nell'acqua e nel suolo.