Roma, 19 ago. (AdnKronos Salute) - In Libia si teme l'uso di gas da parte delle milizie dell'Isis. In particolare nella città di Sirte, dove si contano per gli scontri "236 morti e oltre 600 feriti in una settimana". Lo denuncia Foad Aodi, presidente dell'Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e presidente delle Comunità del mondo arabo in Italia (Comai), in contatto con i medici libici che si trovano ad affrontare la difficile situazione "in ospedali che funzionano al 50% e dove manca tutto", riferisce all'AdnKronos Salute.
"C'è il forte sospetto che si stia utilizzando gas - dice Aodi che ha ricevuto questa mattina aggiornamenti dai colleghi libici - probabilmente di tipo nervino. Sono infatti aumentati, mi riferiscono i colleghi, i sintomi di soffocamento ed erosione cutanea".
La situazione "è davvero drammatica - prosegue - L'Isis impedisce che si curino i feriti che non siano del loro schieramento ed è difficile prestare soccorso. La strategia dello stato islamico, ormai nota, è quella di 'occupare' gli ospedali e reclutare i medici e utilizzare le cure sanitarie come arma di propaganda, offrendo un servizio vitale per avvicinare la gente", conclude Aodi che lancia ancora una volta un appello a costruire un corridoio sanitario e umanitario.