Delfini e cigni nei canali di Venezia, elefanti che crollano ubriachi nella campagna cinese dopo aver esagerato con il vino di mais… storie bizzarre e affascinanti, che strappano un sorriso e che forse vorremmo tutte vere, ma che spesso sono solamente storie nate con la CoViD-19.
Cigni e delfini. La storia dei cigni che avrebbero riconquistato i canali della Serenissima, condivisa originariamente dall'indiana Kaveri Ganapathy Ahuja, è diventata in breve tempo virale, ricevendo un milione di like su Twitter. A un utente che le ha fatto notare che i cigni nuotano sull'isola veneziana di Burano (famosa per pizzi e merletti) da ormai vent'anni, Ahuja ha risposto: «Non ho intenzione di eliminare il mio tweet virale. E non era una bufala, semplicemente i cigni a Venezia (Burano, se insisti) c'erano già».
C'è chi invece diffuso la notizia secondo la quale tra i canali di Venezia nuoterebbero ora i delfini: in questo caso si tratta di bufala vera e propria, poiché il video condiviso sarebbe stato girato nel porto di Cagliari, in Sardegna. In tutto questo, un risvolto positivo a Venezia c'è stato davvero: le acque dei canali sono molto più limpide, a causa dello stop forzato a barche e motoscafi e della notevole riduzione delle corse dei vaporetti.
Elefanti ubriaconi. Un'altra storia arriva dalla Cina e ha il sapore di un racconto per bambini: c'era una volta un gruppo di 14 elefantini che, visto che gli abitanti di un villaggio dello Yunnan non si facevano vedere, decisero di esplorare le piantagioni circostanti... Secondo il tweet condiviso la scorsa settimana, i pachidermi avrebbero «bevuto 30 kg di vino di mais e, ubriachi, sarebbero crollati in un vicino campo di tè». La smentita arriva da The Paper (澎湃), un noto quotidiano online cinese, che racconta la (meno poetica) verità: «un gruppo di elefanti è sceso a valle, entrando nelle case degli abitanti del villaggio e causando diversi danni».