Roma, 25 set. (Adnkronos/Labitalia) - Le associazioni animaliste di Roma sono in rivolta contro la gara indetta dal Comune per la gestione delle strutture pubbliche in cui trovano ricovero cani e gatti. “Non possiamo credere che il Comune di Roma voglia aggiudicare la gestione dei suoi canili comunali a un imprenditore privato del randagismo che gestisce non solo mega canili da 1.200 posti ma anche gli stabulari per animali da laboratorio dell’Università di Bari", dicono Lav, Enpa e Animalisti Italiani.
A far nascere la protesta è la notizia che nella gara ponte per la gestione dei canili "è arrivato primo classificato in tutti i lotti -dicono le associazioni- un soggetto imprenditoriale pugliese che oltre a gestire nei suoi canili privati i randagi pugliesi ha vinto (come unico partecipante) la manifestazione di interesse del Dipartimento di Scienze Mediche di Base, Neuroscienze e Organi di Senso dell’Università di Bari per il 'servizio di stabulazione, mantenimento e cura di animali da laboratorio' per un importo di 15.850,45 euro a semestre".
"Alla luce di questa inquietante scoperta -spiegano le associazioni che si battono in difesa del benessere degli animali- chiediamo alla giunta Marino di annullare immediatamente il bando ponte per la gestione dei canili comunali di Roma, mettere a norma le strutture pubbliche di accoglienza e andare direttamente alla gara europea. Altrimenti dobbiamo pensare che il passato da sperimentatore del sindaco Marino ha preso il sopravvento”.
“Si tratta del gestore di un mega canile privato da 1.200 posti che a Bari funge da 'ospedale veterinario' e canile rifugio per la città di Bari e molti altri comuni pugliesi come Rutigliano, Cassano, Ostuni, Acquaviva ed è anche società multiservizi che si occupa di smaltimento di tutti i tipi di rifiuti anche speciali, servizi di derattizzazione e disinfestazione, manutenzione del verde, pulizie", dicono Carla Rocchi, presidente Enpa, Gianluca Felicetti, di Lav, e Walter Caporale, di Animalisti Italiani.
"Un soggetto che, pur di entrare nei canili comunali, accetta le cifre esigue offerte dal Comune e ci applica sopra pure il proprio mark up visto che ci deve guadagnare”, avvertono.
”L’ospedale veterinario di Roma e i canili comunali nelle mani di un imprenditore che spazia dalle pulizie agli stabulari animali e alla gestione dei randagi, è come mettere un vampiro ai vertici dell’Avis. Sul serio i cittadini di Roma vogliono questo nel futuro dei loro animali?”, concludono Enpa, Lav e Animalisti Italiani.