Roma, 4 mag. (AdnKronos Salute) - Finora, la maggior parte delle prove scientifiche sul fatto che gli animali si autocurano attraverso l'ingestione o l'applicazione di sostanze con proprietà medicinali per trattare o prevenire le malattie è stata raccolta fra i vertebrati, soprattutto scimpanzé. Ma sembra che siano molte di più le specie che si nutrono di piante per le loro proprietà curative, inclusi gli insetti, rivela un nuovo studio pubblicato su 'F1000Research', a opera di scienziati della Queen Mary University of London.
Gli esempi più comuni di zoofarmacognosia riguardano i pappagalli che mangiano l'argilla per assorbire le tossine presenti nell'intestino, o i cani che si nutrono occasionalmente di erba per purgarsi. Anche gli orsi bruni nordamericani sono noti per l'uso di un 'mix' di radici e saliva che si strofinano sulla pelliccia per respingere gli insetti, in un modo simile a quello utilizzato da molte specie di uccelli per eliminare le formiche e i pidocchi dalle piume. Gli esperti inglesi hanno ora dimostrato che i bombi (Bombus Impatiens), simili a grandi api pelose e appartenenti alla famiglia degli imenotteri, quando sono infettati dal parassita intestinale Crithidia bombi si nutrono più spesso rispetto alle api sane di foglie di tabacco: la nicotina infatti riduce il livello di parassiti intestinali per un paio di giorni, anche se non aumenta l'aspettativa di vita degli insetti che si sono autocurati rispetto a quelli che non lo hanno fatto.
David Baracchi, co-autore dello studio, spiega: "Anche se è chiaro che c'è un po' di vantaggio nel consumo di nicotina per le api infestate di parassiti, la sfida chiave è ora quella di scoprire esattamente come questo farmaco naturale limita l'impatto della malattia sulla comunità delle api".