Quanto è pericolosa l'influenza aviaria scoppiata in Asia? Può trasmettersi all'uomo? E come? Amelia Beltramini, giornalista della redazione di Focus, esperta di salute e medicina ci aiuta a conoscere quest'epidemia e a capire se si potrà trasformare in una pandemia mondiale.
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Una gallina in un pollaio di Jakarta, capitale dell'Indonesia dove circa 4,7 milioni di polli sono morti negli ultimi 5 mesi per l'influenza aviaria. La cartina con i dati aggiornati al 4 febbraio 2004 di casi e decessi. |
Quanto è pericolosa l'influenza aviaria scoppiata in Asia? Può trasmettersi all'uomo? E come? Amelia Beltramini, giornalista della redazione di Focus, esperta di salute e medicina ci aiuta a conoscere quest'epidemia e a capire se si potrà trasformare in una pandemia mondiale.
Oggi il virus dell'influenza degli uccelli (aviario) non sembra essere pericoloso per l'uomo. Nonostante questo virus stia decimando gli allevamenti di polli dell'Estermo Oriente, i casi di infezione umana sono ancora pochi. Ma gli esperti dell'Oms temono il peggio.
Se il virus aviario (H5N1) si trovasse infatti a coabitare nella stessa cellula di un uomo o di un maiale infettata anche dal virus dell'influenza umana (H3N2), fra i due virus potrebbe verificarsi uno scambio di materiale genetico e il virus aviario potrebbe diventare infettante per l'uomo.
Rischio pandemia. Se ciò avvenisse, si potrebbe trasmettere da uomo a uomo e sarebbe contagiosissimo, proprio come il virus dell'influenza umana. Ma mentre il sistema immunitario riconosce e sa difendersi dai soliti ceppi, questo nuovo virus quasi sconosciuto, infetterebbe gran parte della popolazione e si ripeterebbe quanto già accadde nel 1918, quando nell'arco di 4-6 mesi, l'epidemia mondiale di Spagnola, anche questa un virus aviario diventato umano, fece 40-50 milioni di morti al mondo.
Vaccini lontani. I vaccini oggi in uso non hanno alcun effetto protettivo contro questo ceppo. Secondo John Wood del britannico National Institute for Biological Standards and Control, il prototipo di un vaccino contro H5N1 potrebbe essere pronto anche entro una settimana. Ma poi ci vorrebbero ancora 1-2 mesi per averne quantità sufficienti a fare i test clinici, che durerebbero almeno altre 4 settimane, spiega Klaus Stöhr, responsabile del progetto di sorveglianza dell'influenza dell'Organizzazione Mondiale della sanità. A conti fatti solo fra tre mesi potrebbe essere pronto il vaccino per i soggetti più esposti, nell'estremo oriente.
Galline in fuga. Oggi il virus dell'influenza degli uccelli non si è ancora adattato all'uomo, i pochi casi di infezione sono ancora trasmessi ogni volta direttamente dagli uccelli all'uomo. E l'ecatombe di uccelli in corso in oriente mira proprio a tentare di estinguere il virus.
La grande crescita economica dell'Asia ha fatto esplodere dell'allevamento intensivo di pollame. Nel 1997 una prima epidemia di influenza aviaria del ceppo H5N1 a Hong Kong infettò 18 persone uccidendone 6 e mise in ginocchio la zootecnia locale imponendo l'abbattimento in tre giorni di 1 milione e mezzo di uccelli.
Dalla padella nella brace. I produttori cinesi, decisi a non correre rischi, vaccinarono gli uccelli con un virus H5N1 inattivato. Col senno di poi, sembra essere stato un errore: il vaccino imperfetto ha consentito al virus di passare da pollo a pollo dilagando così nel meridione della Cina senza dar segni di sé. «Per questo non amiamo la vaccinazione» ha detto Hans Wagner dell'United Nations Food and Agriculture organization di Bangkok alla rivista inglese New Scientist. Ma ora anche l'Indonesia vuole controllare l'epidemia usando il vaccino.
Il ceppo attuale di H5N1, l'influenza degli uccelli, fu avvistato per la prima nel 2002 nelle egrette e nelle folaghe del parco Penfold di Hong Kong, ma l'attuale epidemia è iniziata probabilmente nella prima metà dell'anno scorso in Cina.
(Notizia aggiornata al 4 febbraio 2004)