Roma, 23 dic. (AdnKronos Salute) - Un sistema sviluppato dai ricercatori di alcuni istituti del Cnr consentirà di rilevare la presenza del glutine negli alimenti con una sensibilità 100 volte superiore a quella attuale. La tecnica, descritta su 'Nature Communications', promette di intercettare anche tracce minime di glutine nei cibi, in modo da rendere più sicura l'assunzione di alimenti da parte delle persone affette da celiachia.
"La tecnica - spiega Simonetta Grilli dell'Ino (Istituto nazionale di ottica)-Cnr - è basata sull'utilizzo dell'effetto piroelettrico, cioè la formazione temporanea di cariche elettriche di segno opposto per accumulare su un supporto ad hoc molecole presenti in tracce, che divengono così rilevabili tramite uno strumento di lettura a scansione, ad esempio uno scanner in fluorescenza. Immaginando le proteine di gliadina, principali componenti del glutine, come delle piccole lampadine disperse in un liquido, il nostro metodo riesce ad accumularle su una superficie micrometrica (un millesimo di millimetro), centuplicando il livello di luce rilevabile rispetto a quanto avviene con un dispensatore convenzionale".
L'innovativa tecnica è frutto della collaborazione tra diversi istituti del Consiglio nazionale delle ricerche: Ino-Cnr), Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr), Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa-Cnr), Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), Istituto di cibernetica (Icib-Cnr). Il lavoro è stato sviluppato nell'ambito di un progetto di ricerca nazionale finanziato dal ministero dal Miur, nell'ambito del Fondo per gli investimenti della ricerca di base, con un coinvolgimento fortemente interdisciplinare.
"Il nostro obiettivo ora è di miniaturizzare il sistema di accumulo piroelettrico per renderlo più compatto e fruibile da personale non specializzato, senza ricorrere a lunghe e dispendiose analisi in laboratorio", conclude Pietro Ferraro, responsabile del gruppo di ricerca e neo-direttore dell'Icib-Cnr.