Milano, 25 gen. (AdnKronos Salute) - Quando una torta Sacher sancisce la morte dei buoni propositi di un inizio anno 'a stecchetto' dopo i bagordi delle feste natalizie, la colpa non è della dolcezza irresistibile del cioccolato. Lo zucchero usa un'altra arma per ammaliare il cervello e indurre in tentazione. Sono le calorie il suo 'canto delle sirene'. Un incantesimo che ci porta dritti nella sua trappola. Parola di scienziati. Secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Yale University e pubblicato su 'Nature Neuroscience', a dominare il nostro desiderio di zuccheri è il desiderio del cervello per le calorie. Una questione di energia. Mentre la dolcezza è assolta.
Il cervello risponde al gusto e al contenuto calorico degli zuccheri in modi fondamentalmente diversi. "Abbiamo scoperto che sono due serie separate di neuroni a elaborare i segnali di dolcezza ed energia", chiarisce Ivan de Araujo del John B. Pierce Laboratory, autore senior dello studio. E solo una di queste risposte cerebrali spiega il perché dell'irresistibile attrazione per i peccati di gola, sperimentata da qualunque essere umano. La prova è che "se al cervello viene data la possibilità di scegliere tra un gusto gradevole a zero energia e un gusto sgradevole ma combinato con l'energia, cede alla seconda opzione, quella energetica". Insomma, abbiamo un debole per il dolce perché lo leggiamo come un modo per mangiare abbastanza da fornire al cervello le calorie necessarie a operare al massimo dell'efficienza.
Sia il gusto dolce che il valore nutritivo vengono registrati nel nucleo striato, un'antica regione cerebrale coinvolta nei meccanismi di gratificazione. Ma il team di Yale, studiando il cervello dei topi, ha mostrato che i segnali del dolce e dei nutrienti sono processati in due aree separate dello striato, quella ventrale (valore del gusto) e quella dorsale (valore nutrizionale). E dalla ricerca - finanziata dai National Institutes of Health - è emerso che lo striato dorsale rimane sensibile all'energia anche quando le calorie fornite ai topi sono abbinate a un sapore davvero disgustoso.
Gli scienziati si sono chiesti quale segnale avesse un maggiore controllo sul comportamento alimentare e hanno osservato che i topi ai quali veniva proposto da un lato zucchero dal sapore dolce ma a zero calorie, e dall'altro zucchero super calorico alterato da un sapore orribile, preferivano ugualmente l'opzione energetica. Anche quando i neuroni dello striato dorsale venivano attivati con la luce, attraverso la tecnica dell'optogenetica, i topi mangiavano grandi quantità di zucchero disgustoso ad alto contenuto calorico.
"Il circuito cerebrale che risponde allo zucchero - conclude de Araujo - è quindi programmato per dare la priorità alla ricerca delle calorie più che alla qualità del gusto". Ora gli autori sperano che la scoperta possa contribuire a dare impulso a nuove strategie finalizzate a contenere l'assunzione di zuccheri in eccesso.