Milano, 9 apr. (AdnKronos Salute) - Carne e pesce 'cenerentola' sulle tavole europee in tempo di crisi. Circa 7 famiglie su 10 hanno ridotto i consumi di proteine e la situazione italiana è fra quelle più critiche. E' quanto emerge da un'indagine condotta da Swg, su un campione di 2 mila persone rappresentativo della popolazione nazionale di Italia, Germania, Francia e Regno Unito, commissionata dal Movimento Enough dell'azienda Elanco e presentata oggi a Milano. Il 50% circa degli intervistati ammette di non seguire una dieta equilibrata. In particolare, tra gli alimenti più spesso assenti o consumati meno di una volta a settimana spiccano le carni (specie di vitello e di manzo, seguite da quella di maiale) e il pesce.
"Una carenza non legata solo a scelte e preferenze individuali, ma dettata soprattutto da ragioni economiche - precisa Maurizio Pessato, presidente di Swg - Le criticità maggiori si osservano in Italia e Francia: in Italia, dove la crisi economica è stata più forte, la percezione è che si siano ridotti tutti i consumi di carne, con un picco sulle carni di vitello (l'ha tagliata il 79%, mentre in Francia il 62%) e di manzo (78% in Italia e 68% in Francia)". In tutte le nazioni coinvolte nella rilevazione, la maggior parte degli intervistati ritiene che i consumi alimentari siano profondamente cambiati: dal carrello si sfilano in particolare i cibi più costosi, ma in generale il 49% ritiene di consumare troppo poco pesce, il 37% poca frutta e verdura, il 22% poca carne e il 12% poca pasta o poco riso.
Per gli intervistati accesso al cibo e sostenibilità alimentare sono temi seri, e la convinzione è ancora più forte in Italia dove riguarda l'84% del campione. L'analisi ha rilevato nelle opinioni dei cittadini due strade percorribili e complementari, che si muovono tra il piano individuale e quello globale. Se riduzione dello spreco di cibo e la messa in atto di azioni educative sono tra le priorità di intervento più condivise, 2 interpellati su 3 sono favorevoli anche a un maggiore investimento in ricerca e tecnologia per ridurre il problema della sostenibilità alimentare, migliorando l'efficacia delle produzioni agricole e dell'allevamento.
L'impatto dei nuovi consumi alimentari sulla salute dei cittadini europei è già evidente, osservano i promotori dell'indagine, specie se si considera l'obesità come conseguenza della malnutrizione. In Europa, dagli anni '80, il tasso di obesità è triplicato e la percentuale di bambini italiani obesi o in sovrappeso è intorno al 35%. La situazione è allarmante anche in termini di costi, se si pensa che ogni anno quasi 3 milioni di cittadini europei muoiono per malattie dovute da sovrappeso.
Con un aumento considerevole di malattie croniche (diabete, ipertensione, cardiopatie) legate anche all'alimentazione, per le quali viene destinato il 7% dei budget sanitari nazionali.
In questo scenario il Movimento Enough pone l'accento sulla necessità di difendere il diritto all'accesso e alla scelta in tema di alimentazione. L'iniziativa è promossa da Elanco, azienda attiva nel settore dell'animal health, e l'obiettivo è una battaglia a favore della sicurezza alimentare e dell'adeguato consumo di proteine in tutto il mondo. "Si stima che nel 2050 il nostro pianeta avrà 9 miliardi di abitanti - afferma Ramiro Cabral, Regional Leader Europe, Middle East and Africa di Elanco - La sfida del Movimento Enough (#Feedthe9) si propone di rendere sostenibile e accessibile per queste persone la produzione di carne, latte o uova, proponendo soluzioni orientate allo sviluppo e all'innovazione nella produzione agroalimentare".
"Si tratta di ampliare la produzione di cibo, e in particolare di proteine, riducendo le risorse impiegate. La collaborazione da parte di tutti gli attori coinvolti nei processi produttivi e dei policy makers, unita all'innovazione nelle tecniche produttive - conclude Cabral - sarà la chiave per un successo globale".