Roma, 15 mar. (AdnKronos Salute) - La 'pellicola' per la conservazione dei cibi da oggi si ricava dalle bucce d'arancia e dai gusci dei gamberetti. Dalla pectina e dal chitosano, infatti, si possono ottenere film edibili destinati alla conservazione degli alimenti. L'occasione per approfondire il tema sarà il 21 aprile a Cremona al 'Food BioEnergy', uno degli incontri del programma dei tre Saloni di CremonaFiere dedicati alle opportunità della bioeconomia: BioEnergy Italy, Green Chemistry Conference and Exhibition, Food Waste Management Conference (20-22 aprile).
"Attraverso una lavorazione che può avvenire solo ed esclusivamente in impianti molto innovativi e a ciclo completo, in pratica delle bioraffinerie, dalla buccia dell'arancia si ottengono gli oli essenziali e la pectina, una molecola da cui si possono ricavare prodotti di pregio come un particolare tipo di carta, ma anche film edibili destinati al rivestimento e alla conservazione di alimenti", spiega Salvatore Raccuia, ricercatore responsabile dei progetti di ricerca nel settore agroalimentare del Cnr di Catania. Attualmente, sottolinea, "stiamo lavorando su una tipologia di prodotto che, rivestendo il cuore dei carciofi destinati alla IV gamma, riescono a garantirne la conservazione fino a 28 giorni a 4°C di temperatura".
La pectina si ottiene per il 98% dalla buccia delle arance e solo in Sicilia, dove a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) esiste un impianto, se ne produce il 5% del totale a livello mondiale.
Oltre che dalla pectina però, i film edibili possono essere ricavati anche dal chitosano che si ottiene dalla lavorazione del guscio dei gamberetti prodotti in allevamento. Si tratta di scoperte relativamente recenti. L'impiego di queste molecole, infatti, spiega Reccuia, "è iniziato non più tardi di 5-6 anni fa ed è tuttora destinato a produzioni non convenzionali".
"Anche a causa di costi necessariamente più elevati rispetto alla classica pellicola in uso da molti anni e ottenuta da fonti fossili - continua il ricercatore - i film edibili ricavati dalla pectina e/o dal chitosano, totalmente biodegradabili, vengono al momento impiegati per le produzioni biologiche, che notoriamente si rivolgono a un consumatore disposto a spendere qualcosa in più".
"Oggi 1 kg di chitosano ottenuto dal guscio dei gamberetti costa in media tra gli 800 e i 900euro/kg, cifra che scende a 180-190euro/kg per il chitosano ottenuto da funghi. Diverso il discorso per la pectina: 1 tonnellata costa mediatamente tra gli 800 e i 900 euro. Il nostro Paese - conclude Raccuia - sta lavorando molto bene in questo settore e quello della produzione di film edibili ricavati da sottoprodotti di origine alimentare, come peraltro anche la buccia della mela, è al centro di un processo evolutivo abbastanza rapido e con prospettive di sviluppo interessanti".