Roma, 5 feb. (AdnKronos Salute) - Sei italiani su 10 (60%) hanno diminuito o annullato gli sprechi domestici nel 2014, secondo una tendenza favorita dalla crisi. Tuttavia molto resta da fare, se si pensa che ogni italiano ha comunque buttato nel bidone della spazzatura 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno. E' quanto emerge da un'indagine Coldiretti/Ixè, divulgata in occasione della Giornata di prevenzione dello spreco alimentare in Italia, istituita dal ministero dell'Ambiente.
Secondo l'indagine, tra chi ha tagliato gli sprechi il 75% fa la spesa in modo più oculato, il 56% utilizzando gli avanzi nel pasto successivo, il 37% riducendo le quantità acquistate, il 34% guardando con più attenzione la data di scadenza e l'11% donando in beneficenza.
La tendenza a ridurre gli sprechi cresce anche fuori dalle mura domestiche, con un italiano su 3 (33%) che quando esce dal ristorante non ha problemi a portarsi a casa gli avanzi con la cosiddetta 'doggy bag', anche se tra questi solo il 10% lo fa regolarmente, mentre il 23% solo qualche volta, secondo l'indagine indicativa online condotta dal sito www.coldiretti.it dalla quale si evidenzia, peraltro, che una fetta rilevante della popolazione (24%) quando va a mangiare fuori lascia sulla tavola gli avanzi semplicemente perché si vergogna di chiederli.
La ristorazione comunque si attrezza e in un numero crescente di esercizi, per evitare imbarazzi, si chiede riservatamente al cliente se desidera portare a casa il cibo o anche le bottiglie di vino non finite e si mettono a disposizione confezioni o vaschette ad hoc. Si moltiplicano peraltro - continua la Coldiretti - le iniziative per la raccolta dei cibi avanzati in ristoranti, mense e pizzerie, ma anche di prodotti vicini alla scadenza offerti da negozi e supermercati da destinare ai più bisognosi.
A livello mondiale un terzo del cibo prodotto viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate che sarebbero ampiamente sufficienti a sfamare la popolazione che soffre di fame cronica, secondo una analisi della Coldiretti su dati Fao. Gli sprechi alimentari hanno raggiunto i 670 milioni di tonnellate nei Paesi industrializzati e i 630 mln di tonnellate in quelli in via di sviluppo.
"Ogni anno - conclude la Coldiretti - il cibo che viene prodotto, ma non consumato, sperpera un volume di acqua pari al flusso annuo di un fiume come il Volga, utilizza 1,4 miliardi di ettari di terreno (quasi il 30% della superficie agricola mondiale) ed è responsabile della produzione di 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra".